Oggi ho corso nuda (metaforicamente)

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In Macedonia

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Stamattina non riuscivo a svegliarmi, proprio no. caldo, poca voglia di vivere, nessuna voglia di affrontare riunioni…

Voglia di correre? Con questo caldo passa. Mi alzo decisa a prendermi un lungo caffè e al massimo a leggere il giornale. STOP.

Accendo la caffettiera e il suo odore mi arriva alle narici forte. Poi passa alle gambe e dai quadricipiti arriva al cervello (strano percorso… solitamente gli stimoli che arrivano al cervello con violenza arrivano da altre parti del corpo…)

Non riesco, ne ho voglia. Tanta.

Calzoncini al volo, top, niente maglia, fa caldo e non mi importa se non ho abbastanza addominali.

scarpe e poi… GPS.

Già, GPS e occhiali, insostituibili compagni delle mie mattine. Sono rimasti in Puglia.

Cerco il Suunto che uso in montagna, ma è scarico. Prendo gli unici occhiali che ho, quelli da bici.

E con i polsi nudi esco.

Chiudo la porta e attacco il GPS, ma non c’è e realizzo: posso aprtire subito, non devo aspettare che prenda il segnale!

Parto.

Arrivo al semaforo: stacco il GPS, ma non c’è. Già…

Inizio il riscaldamento, 2 km (fa un caldo tale che di più non riesco). Quanto sono 2 km? Io non so quanto sono, sono un numero sullo schermo del mio TomTom.

Ho la soluzione. Guardo i segni sull’asfalto, sono segnati i 100 metri, quasi tutti.

Va bene no?

Seconda domanda: a quanto mi sto riscaldando? 5:10/km? E chi lo può dire, mi sto scaldando a quanto il mio corpo chiede di scaldarsi.

A 2.100 metri scopro che il 2000 manca e quindi ne ho fatti 100 in più. Che cambierà mai? La tabella diceva altro? basta far finta di non saperlo…

Inizio le ripetute, meglio.

Voglio fare 10×200 metri, voglio attivare le gambe e ho bisogno di energia.

Guardo il segno sull’asfalto e parto.

A quanto li faccio? Non so, ma ho il fiatone e va bene.

In un batter d’occhio (che non so quanto sia) arrivo al 200. Una passeggiata. Di solito sono tutta tesa quando arrivo alla fine di una ripetuta..

Recupero e passo al secondo 200 metri: i primi 100 ok, ma poi il 200 non arriva… e arriva il 300! Sono così poco abituata a non avere al polso il gps che mi rendo conto di non sapere quanto sono 200 metri e non ho guardato le marche sull’asfalto.

Pazienza.

Vado avanti così, ad una velocità che non conosco, facendo ogni tanto dei 300 perchè mi distraggo. O perchè non ho consapevolezza di me. Penso ad altro…

Alla nona ripetuta passa un ciclista e mi dice che ho un gran passo! Vorrei sapere a quanto vado, ma non lo so. E va bene così. (il ciclista ci stava provando, non ho un gran passo, ma in ogni caso il non saperlo mi rincuora)

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Torno a casa sudata marcia e contenta.

Ho corso nuda. O come se lo fossi. Con la mente nuda. e rilassata.

Ogni tanto serve spogliarsi per godere di sè.PSX_20150721_101826[1]

 

 

 

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Showing 3 comments
  • doodlemarti
    Rispondi

    Hai perfettamente ragione, a volte è bello correre senza marchingegni e ascoltare il proprio corpo!

  • lorenzo
    Rispondi

    La voglia di correre è tanta…ma 34° alle 21 e 29° alle 7 mi frenano al momento..sto facendo la danza della pioggia per il week-end 🙂

  • Ancora Io
    Rispondi

    Conosco la sensazione di esser prigioniero di un obiettivo numerico, quando chi corre lo fa solo per il piacere di farlo, il che non è quantificabile se non nel sorriso a fine doccia.

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