Una corsa a Reggio Calabria. Cosa mi rende felice.

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Cosa ti aspetti da Reggio Calabria?

Vi dico cosa mi aspettavo io: poco.

Per me Reggio Calabria ha sempre rappresentato quella città in punta allo stivale, dove si parla di fare o non fare orrendi ponti che deturpano l’ambiente, dove per arrivare in Sicilia basta un traghetto, dove il mare è “stretto”, dove l’ ‘nduja è di casa.

Non pensavo fosse anche bella. Sono sincera. Pensavo fosse un casino incasinato. E basta.

Pensavo fosse la capitale dell’Italia difficile e lasciata andare, pensavo fosse trascurata.

Mi sbagliavo, in pieno.

Tra una tappa e l’altra di Ecomaretona, una corsa per se stessi sta bene. Quindi esco con l’amica Francesca e via, su quel lungomare che viene definito  “Il più bel km d’Italia”, che però è di 1700 metri, tra lampioni in stile Liberty e statue dalle forme oniriche e colorate.

Il lungomare Falcomatà.

Correre e guardare la Sicilia che invece fa la sua vita e non ti guarda affatto. Respirare l’aria del mare e sentire il caldo pazzesco già alle 8 del mattino.

Corriamo lentamente incontrando nuovi amici che ci portano fino al Porto di Reggio.

Dove mi sento fortunata e anche un po’ stupida.

Una nave medica di Médécins Sans Frontières approda. Tanti gli immigrati di cui vedi solo i crani, ma ne senti il terrore e la speranza.

Tantissimi i volontari ad aspettarli, tranquilli e rassegnati ad un mondo che non funziona bene, che non funziona giusto.

E’ incredibile come qui la gente accolga questo fenomeno sorridendo, e comprendendo il dolore. La parola è tolleranza, la tolleranza di cuori buoni. Dicono che non ci sia lavoro al Sud, eppure nessuno ha perso il sorriso.

Nelle “nostre” brulicanti di lavoro gli immigrati “rubano i posti alla brava gente”. Qui, dove il lavoro scarseggia, gli immigrati sono gente da aiutare.

Il mondo funziona strano.

Ritorno pensando di non avere troppi problemi da risolvere, forse di non averne affatto. Ripetute sui 500 metri a parte, che faccio troppo lentamente, ma va bene così.

Felice di esserci. Felice, come sempre, di correre.

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