Dall’asfalto al sentiero: esperimenti di trail

Dopo l’ennesima 10km non proprio riuscita, inizia il periodo del gran caldo (fuori diluvia e ci sono 7° ma cambierà, ne sono certa…) e con il caldo l’asfalto cuoce, il parco brilla di sole e… e mi devo convincere ad affrontare la verità: sono ufficialmente iscritta alla Cortina Skyrace.

Quindi, da qualche parte iniziamo con la preparazione.

Ecco, come?

Come si passa dal lungo piatto al corto impervio?

Ci si prova.

Sono fortunata, vivo in una città con una collina e dei parchi collinari decisamente a misura di trail runner. Sono Torinese, o almeno provo ad esserlo dopo 15 anni che abito a Torino.

Fa strano che una montagnina scesa da Aosta non sia appassionata di sentieri, ma è esattamente così.

Io, la montagna, la vivo diversa dalla corsa: correre per me significa allacciarsi le scarpette e correre nel minor tempo possibile un percorso stabilito, un percorso che assecondi il movimento della corsa, quindi in piano o comunque dolce.

Andare in montagna invece per me ha una caratteristica contemplativa, quasi mistica: partire da valle e raggiungere la vetta, una metafora della vita, una poesia, un racconto di grandi alpinisti e di stelle alpine.

Dal basso salire, per un sentiero tortuoso, assecondando la fatica, apprezzando il panorama, annusando il profumo dell’erba e della roccia. Per arrivar in cima e godere della vista sgombra, lontano, fino al mare, fino al confine degli occhi.

Il trail running è una crasi tra queste due attività, che coniuga la velocità (o aspirante tale) alla libertà.

Proprio perchè vivo la montagna in contemplazione, mi sono avvicinata al trail raramente. Mi è difficile pensare di non fermarmi in cima, o al rifugio… sono una da picozza e polenta alla fine.

Eppure, perchè no? I miei amici dei Sentieri della Collina vanno ogni giorno e ogni giorno tentano invano di coinvolgermi.

Dopo il Cervino X Trail dell’anno scorso, via con gli allenamenti per la Cortina Skyrace.

Con l’aiuto dei miei amici trail runner, ho cominciato dalla base.

Visto che non mi manca il fiato, ho iniziato con salite e discese. Toste.

Il primo obiettivo è imparare le tecnica di salita e soprattutto la tecnica di discesa.

A Torino c’è un parco proprio a ridosso del centro, che ha un percorso ad anello molto interessante: il Parco Leopardi. E’ una delle mete predilette per chi si allena tra asfalto e sentieri, perchè ha un percorso a tornanti che sale di circa 150 metri tutto su asfalto, ma puoi optare per tagliare il percorso passando sul sentiero 16 che lo attraversa.

Il risultato è che quindi puoi anche fare un po’ e un po’, sia in salita sia in discesa.

La maggior difficoltà per chi inizia il percorso verso il trail è proprio la tecnica.

Salire su un sentiero è molto diverso rispetto a salire su una strada asfaltata, perchè, a meno che tu non sia Kilian, non corri, cammini! Alternando brevi tratti trotterellati a semi-scalate nei tratti più pendenti. Il corpo quindi deve imparare la falcata ampia e potente. I muscoli bruciano ossigeno a go-go e il risultato è che le gambe, in gergo tecnico si INCHIODANO.

8

Bisogna quindi che le gambe si abituino alle lunghe falcate lente della salita, che i muscoli imparino a spingere con tutta la potenza che hanno.

A maggior ragione se dopo c’è una discesa!

Dove invece, seguendo quello che dice Bruno Brunod “devi scendere più veloce che puoi”.

La tecnica della corsa per i sentieri infatti è questa: salire esprimendo il massimo della potenza e poi scendere più velocemente possibile.

Solo che scendere a tutta birra per un sentiero in qualche modo mette in confusione il nostro equilibrio: le caviglie non si sentono salde e la schiena non attutisce i colpi. Il risultato è che si scende “in frenata”, spaventati dalla forza di gravità che ci spinge ad aumentare la velocità, come un masso che rotola da una scarpata. Questo frenare impatta su menischi e rotule, comprime i dischi inter-vertebrali e IMPALLA LE GAMBE.

Quindi, torniamo all’allenamento, il primo esercizio di questa settimana è allenarsi a scendere e salire per il Parco Leopardi. Usando il più possibile i sentieri. Facendo attensione agli appoggi in discesa e all’uso dei muscoli dorsali in salite (attenzione alla sciatica!).

Tra l’altro è piovuto da poco e il terreno è scivoloso e pesante.

Ottimo training tecnico per me 🙂

Equipaggiamento usato:

Scarpe: The North Face Ultra MT

Abbigliamento: Giacca The North Face Storm Stow Jacket

 

 

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
Recommended Posts

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: