Tre è meglio che uno? Diario di una non triatleta

Olimpiadi, sport, sfide, novità… Quest’anno è stato un susseguirsi di news sportive e pseudo sportive incredibili. Ogni settimana una gara, un record, una tapasciata, una ascensione. Ora le Olimpiadi…

Il fermento si sente e ci porta a voler fare tutto.

Ho meditato molto sulla mia condizione di runner: sono ancora giovane, ma lenta, forse non ho il fisico, penso. Forse è la testa… Sono qui che penso alle maratone d’autunno e tremo… Ho provato il trail running, io, che pensavo che la montagna andasse assaporata lentamente… In effetti lenta continuo ad esserlo.

Poi il caldo e io che pensavo di non andare al mare e invece ci sono andata e…

E si mi dessi al triathlon?

Il triathlon è di gran moda, come le felpe di Abercrombie: libero, “sauvage”, duro il giusto, molto “yeah qua la mano finisher!” Tre sport di endurance per tutti: nuoto, bici e corsa. Distanze diverse, dallo “sprint” – 750 m di nuoto, 20 km di bici e 5 km di corsa – all’Ironman – 3800 metri di nuoto, 180 km di bici e una maratona di corsa tanto per chiudere in bellezza.

Ci ho pensato, perchè alla fine uno sprint ci sta nelle gambe, hai voglia! 5 chilometri? E che sono mai? La bici, poi, è il mio pane: a parte la graziella lilla da città, basta gonfiare le gomme al mio destriero da corsa e via! 20 km? Niente.

Ma… nuoto. Ecco, ahia, nuoto… Io nuoto malissimo. Cioè, non malissimo malissimo, se sono in piscina vado, con la tavoletta sbatto el gambe e filo come un razzo, a rana un po’ meno, ma sono instancabile… Stile libero? Ecco, no. Sono scoordinata, il sedere va giù a picco, mi viene il torcicollo, bevo… figuriamoci in mare! E non si è mai visto un triatleta che nuota a rana…

Così ho approfittato del mare per esercitarmi. Dopo che il figlio cinquenne della mia amica mi ha aiutata a capire che sto a galla, ho immerso le mie membra nelle acque della costa azzurra.

Freddo però…

Ma chi me lo fa fare? Certo, una maratona è una rogna… 42 km, e chi ne ha voglia… se imparo a nuotare me ne faccio solo 5! magari a tutta birra.

Riprovo.

E se ci fossero le meduse???

Certo, ripenso: ma vuoi mettere le foto su Instagram con la muta? La muta fa figo! Sono tutte bellissime, sembrano surfiste muscolose… io normalmente una otaria sfinita e loro dei delfini salterellanti.

E se bevo? E mi viene un crampo e affogo?

Mi rifocalizzo sull’obiettivo: se faccio triatlhon non dovrò più dichiarare quanto sono scarsa a correre… Il tempo è calcolato sul totale! Posso sempre dare tutta la colpa al nuoto! Nessuno chiede la velocità al km della frazione di corsa! Sarei salva… niente più ansia da crono.

Riprovo, presa dall’entusiasmo. Mi butto in mare come una foca (o almeno questa è l’impressione), cerco di mettermi orizzontale e mi vengono in mente le parole del piccolo figlio della mia amica : “tieni su il sedere, non preoccuparti, ti tengo io… ” (ricordo che ha 5 anni). Do una bracciata, due, tre… mi giro per respirare… swoosh, un’onda di due centimetri mi colpisce mentre ho la bocca aperta e bevo una golata salata.

Tossisco e mi sento soffocare.

Forse la maratona non è poi così male… la farò piano piano, non potrò dare la colpa al nuoto, ma credo che questo non sia il mio sport!

Accendo la TV e guardo le olimpiadi. Ginnaste volteggiano sulle parallele. Sono bellissime.

Esco a correre. Corro ai 5’10” e mi sento una schiappa.

Ma almeno non ci sono le meduse.

 

Dedicato a tutti i matti che si dedicano a questo sport per me inavvicinabile: vi stimo, basta che non cerchiate di convincermi a nuotare 🙂

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Showing 2 comments
  • Denny Biasiolli
    Rispondi

    Fino a due anni fa il mio ragionamento era esattamente lo stesso, odiavo il nuoto con tutte le mie forze e il solo fatto di entrare in acqua mi terrorizzava.. Ora faccio triathlon per divertimento, senza grosse pretese sui tempi, riesco a dare tutta la colpa della mia scarsa prestazione alla frazione di nuoto, fatta come se fossi un gatto impaurito lanciato in acqua contro la propria volontà che cerca di uscirne il prima possibile. Perché lo faccio? Per le sensazioni che si provano tra un cambio di specialità e l’altro, per la passerella d’arrivo sempre piena di gente ad incitare dal primo all’ultimo corridore, per il pensiero “isolato e assoluto” che arriva durante le lunghissime frazioni di bici e di corsa, quasi sempre in solitaria.
    Nessuno avrebbe potuto convincermi a fare questo sport, è scattata una molla dentro due anni fa, grazie anche ai consigli e alla sopportazione di mia moglie, ed ora eccomi qui a pochi giorni dal mio secondo mezzo iron-man. Mai dire mai, nello sporto a volte i “matti” ci sembrano tali fin quando non tentiamo di emularli. 😉
    Buoni allenamenti e complimenti per le maratone e i trail, in questo momento io considero “matti” quelli che hanno il coraggio di fare queste distanze, ma come dicevo poco fa: “mai dire mai”.

    • admin
      Rispondi

      Colpito nel segno! Esattamente il mio ragionamento! Bravo tu che prendi lo sport in questo modo sano e bellissimo!!! Un grande abbraccio!!!

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