Finalmente ho corso la StraMilano

Ho corso la StraMilano.

Capisco che la notizia non appaia sensazionale, ma ho CORSO la StraMilano.

Dopo l’esperienza del 2016 (leggi qui), mai avrei pensato di ripetere e soprattutto di correre. E bene.

A due settimane da una maratona (per me importante perchè vorrei fare un bel personal best, per quanto non tanto best e molto personal), mettere una bella mezza maratona test fa bene.

Ne ho scelta una che fosse “giusta”:

  • data giusta
  • percorso simile (sempre Milano)
  • clima simile
  • affollamento simile

E quindi, la scelta era quasi scontata: StraMilano

Nel 2016 l’avevo scelta come test sui 10mila correndo la 10k, ma si era rivelata un disastro: troppi camminatori ai primi ranghi, percorso misurato male, nessun controllo del percorso, ristori “casuali”… per cui avevo decisamente il labbro superiore arricciato alla moda torinese all’idea di ripetere l’esperienza.

Sabato, al ritiro pettorali i dubbi mi hanno effettivamente assalita: il ritiro della non competitiva (60mila persone) era insieme con la mezza maratona. Risultato: una coda che arrivava al Duomo.

Non so, noi runners saremo sicuramente degli SNOB, ma a me piace correre e mi infastidisce di non riuscire a farlo a causa di un’organizzazione che tutela i camminatori e basta… ok sono SNOB, ma mi prendete fatta così.

Inoltre, la partenza della 21km ATTENDE che la 10K dei 60mila sia terminata, quindi parte alle ore 11. Gradi previsti: 23°C .

La mattina, per fortuna che con me ci sono il mio alter-ego milanese Robi Nava e quello torinese Tambu, perchè fosse per me mi chiuderei in bagno a “riflettere”. La griglia che mi hanno assegnato, per errore, è l’ultima, quella dei neofiti e il mio snobbismo galoppa infuriato.

In partenza scavalchiamo come i peggio squatter per finire in mezzo alla folla in una griglia che non ci appartiene in nessun caso, nè per diritto di pettorale, nè per velocità e infatti i primi due chilometri sono fatti di sorpassi e deviazioni. Al terzo chilometro ne ho già fatti 3,5.

Fa caldo che maledico Milano e mi muovo come un burattino per il terrore della folla. D’altronde, sono una montagnina io, le folle mi angosciano, e poi sono alta un metro e niente, una gomitata da omoni alti il doppio mi terrorizza.

Sono così noiosa… il pensiero lamentoso e guastafeste dilaga tra i miei neuroni come nella testa di una zitella indispettita. Mi sto sulle scatole da sola.

MA.

Ma ad un certo punto, diciamo dopo il terzo chilometro, inspiegabilmente il labbro arricciato si stende, i capelli dritti si stendono, il pensiero si stende.

Mi rilasso e… corro.

Sul serio, corro e pure bene.

Corro tranquilla.

Qualche folatina di vento e la gambetta si alza meglio.

Bevo acqua a tutti i ristori. Sono numerosissimi, con BOTTIGLIE d’acqua fresca, non ghiacciata, non scomodi bicchieri. Bottiglie d’acqua fresca ogni 3 chilometri. Al sesto ce ne scambiamo una extra tra di noi che corriamo vicini. Bevo alla bottiglia che il vicino mi porge, gentile, premuroso. Non mi fa nemmeno schifo anche se non lo conosco.

La zitella tace nella mia testa, il sorriso cresce.

Seguo un signore anziano, non so, sulla 70ina. che corre leggero come Tambu e in qualche modo mi rassicura. Giuseppe è lontano, spero che si stia divertendo e che la botta inguinale che si è buscato alle transenne per scavalcare con la squatter zitella con le trecce che sono non gli impedisca di godersi la gara.

Un ragazzo di circa due metri e 90 chili dietro di me respira come un brontosauro.

Un’altro, basso e tarchiato bestemmia perchè gli squilla il telefono e… risponde. Gli dico che: Dio non c’entra nulla con il suo telefono e che oggi è domenica, di lasciarlo riposare.

Robi non so dove sia, malgrado la sua altezza non ha valicato la transenna ed è partito dietro.

Mi godo la gara come non mai.

Il chrono segna un tempo decisamente non perfetto e pare volermi dire che a forza di zigzagare ho fatto più chilometri di quelli segnati, ma NON MI IMPORTA NULLA.

Me la godo e tiro chi mi sta a fianco. Batto il cinque ai bambini sperando in cuor mio mi possano passare energia.

Al ventesimo la mia amica “Venice” agita una bandiera e mi incita ( e chi sapeva di avere il tifo??)

Arena Civica. Entro.

Taglio il traguardo in 1h35minuti52secondi

Un tempo non nobile direi, ma un tempo adorabile.

Lo adoro.

Tambu è già arrivato e mi chiede se sto bene.

Si, sto benissimo: sono felice.

E rilassata.

La zitella è rimasta al terzo chilometro – gli dico – era stanca.

Carlotta è arrivata in fondo distrutta e felice.

Robi arriva stanco stanco diversi minuti dopo. Il ragazzo deve riposare, altrimenti alla Milano Marathon non mi vede nemmeno ah ah ah.

 

Ora birretta.

 

Poi casa e riposo.

Bellissima gara, grande StraMilano, mi sei proprio piaciuta.

 

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
Recommended Posts

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: