GR20 – ottava tappa, da Usciolu a Bavella

Ottava tappa – da Usciolu a Bavella

Ovvero la morte.
La tappa più dura, lunga, difficile, snervante se possibile, del GR20.

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Avevo un ricordo non splendido della eterna traversata che dal rifugio Usciolu porta ai piedi del Monte Incudine.
Ammetto che me la sono goduta di più questa volta, ma è sempre così: lunga, infinita, un saliscendi di bellissimi prati che portano alla sella del Monte Incudine in circa tre ore di passi lunghi e lenti.

La verità però è questa: quando non abbiamo aspettative ci facciamo sorprendere da qualsiasi lato positivo. Ed è così che mi lascio accarezzare le articolazioni dall’erba morbida sulla quale camminiamo, affascinare la vista dai colori dei fiori.

La prima “croce rossa” sulla giornata la mette il diffuso malanno intestinale che sta piegando il popolo dei GRventisiti. Dicono che le fonti siano inquinate a causa del caldo anomalo, quindi mi faccio prestare delle pastiglie disinfettanti e spero.

Arrivo al Monte Incudine stanca e resa debole dal caldo, ma la vista mi riempie di speranza.
Peccato restare il tempo di una foto e dover correre verso il rifugio di Asinau, percorrendo una pista tra le rocce, che in verità assomiglia di più ad una frana.

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Detesto questa fretta che sia io, sia i miei nuovi compagni di marcia Alexis e Jonathan, abbiamo.
Dobbiamo arrivare il 3 a Conca, nessun dubbio. Io ho una nave da prendere, Jonathan una compagna incinta della loro prima figlia che lo aspetta.
– mi sto ancora chiedendo cosa avessi in testa quando ho scelto di tornare così in fretta, il cammino richiede tempo –
Il rifugio di Asinau è il posto più tremendo abbia visto di questi tempi. Una baracca ai piedi delle rocce. Arriviamo e veniamo assaliti dalle mosche. Mangiare qualcosa senza inghiottirne è impossibile. Il gestore mi guarda come fossi una mosca anche io, con segno evidente di disgusto verso il turismo o verso di me. Sembra il grasso e sporco re delle mosche.
E qui apro una parentesi. Il GR20 è uno dei percorsi più belli al mondo. Il 15 rifugi che lo costellano sono in luoghi unici e magnifici e sono l’unico modo per i trekker di percorrerli. I gestori dovrebbero esserne orgogliosi, come molti in effetti sono.
Vedere questo degrado mi rende nervosa. Vorrei fargli questo discorso, ma non credo di averne il tempo e ripartiamo, cercando un luogo migliore per pranzare.

C’è da dire che una scusante c’è. L’Asinau ha preso fuoco qualche tempo fa e da allora il rifugio non esiste più. Una distesa di tende è la sola cosa che è rimasta. Pochi servizi e una baracca per cucinare.

L’arrivo a Bavella mi (ci) trova distrutta. Alzo a fatica le gambe, mi sento traballare, ho nausea. Il caldo è insopportabile.

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Il miraggio di un Ostello con tanto di ristorante mi pare irrealistico, ma appena assaggio la zuppa corsa e addento la mia bistecca mi rendo conto che è una realtà magnifica.

Manca una sola tappa.

L’indomani mattina al telegiornale che vedo nell’ostello parlano di incendi sul GR20 vicino al monte Incudine, dove ero ieri.
Un motivo in più per spicciarmi.

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Vado a godermi l’ultima giornata, da sola. Lasciando che i miei compagni partano all’alba per poter parlare ancora qualche ora con me stessa. Sembra servirmi.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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