Fai di te ciò che sei. Obiettivi e futuro.

Quando ero una ragazza mi chiedevano cosa volessi fare da grande.

Una domanda scontata, di quelle che se fossi in un film alla Senti chi Parla una voce fantozziana criticherebbe ferocemente. Una domanda che tutti gli adulti ti fanno, giusto perchè parlare con un tredicenne del tempo metereologico è ancora più inutile.

Quando avevo tredici anni avevo due passioni: la scrittura e il disegno. Mi piaceva anche la danza classica, ma non avrei mai risposto che volevo fare la ballerina, visto il mio fisico non sarebbe stato appropriato.

Quindi avevo due risposte che amavo: volevo fare l’architetto e la scrittrice.

Disegnare case mi affascinava e ne disegnavo ed arredavo decine sui miei taccuini. Le mostravo anche con orgoglio, come una prova di ciò che era capace di creare la mia fantasia.

Scrivere invece era qualcosa di privato.

Scrivevo diari e diari, ne avevo uno personale, uno per i racconti e uno per le poesie.

Poi, in quarta ginnasio, scoprii internet ed i siti per aspiranti poeti. Potevi pubblicare ciò che desideravi.

Io scrissi una poesia, per iniziare.

Vorrei trovare ancora il link, ma non esiste più dopo vent’anni. Per fortuna esistono i taccuini e ora quella poesia ce l’ho sotto gli occhi.

“Il vento, caro amico

e’ il vento che ci ha

portati qui.

Il vento, cosa pensi

che sia il vento,

se non qualcosa che

sta sopra di noi,

sopra i nostri voleri?

Non possiamo farci

niente,

è colpa del vento

se siamo,

irrimediabilmente

vicini.”

 

Volevo scrivere. Poesie, libri, riviste, articoli. Volevo scrivere.

Ma non lo dicevo a nessuno, perchè scrivere non è un mestiere. Certo, avessi trovato un marito ricco, un lavoro leggero, allora forse avrei potuto.

Sono passati vent’anni.

E il mio mestiere è scrivere. Ce l’ho fatta. Scrivo, come sognavo a tredici anni.

Ho provato a seguire tante vie nella mia vita, mi sono laureata in design, non ho mai fatto la designer, ho passato nove anni ad occuparmi di marketing della bellezza in una super multinazionale (alla quale devo molto), alla fine ho smesso di scrivere e di disegnare.

Poi un giorno ho perso di vista i miei sogni.

E ho avuto paura.

Noi dobbiamo fare di noi stessi quello che siamo. Dobbiamo rendere onore al nostro essere, alle nostre doti e ai nostri sogni. Dobbiamo dare al mondo la versione migliore di noi.

Io oggi vivo scrivendo, correndo, spesso disegno.

Non ho un marito che mi mantiene, nemmeno un lavoro leggero “che mi lasci tempo”.

Oggi ho me stessa.

Qualcuno direbbe solo me stessa, io rispondo “finalmente me stessa”.

D’altronde, è colpa del vento se siamo incredibilmente vicini.

Io e me.

CREDITS:

Giacca: Reebok Hero Reflective Running Jacket

T-shirt: Reebok Activchill Running T-Shirt

Short: Reebok Short 2-in-1 Performance

Prodotto fornito da Reebok Italia

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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