Partita verso il sogno – In arrivo a Boston

Stamattina quando ho preso il biglietto dell’autobus per l’aeroporto di Caselle ho pianto.

La felicità e l’emozione erano troppo grandi.

Era come se fino ad oggi non ci fosse stato nulla. Non so quanto ho desiderato questa maratona.

Non lo sapevo fino a stamattina.

Andare a prendere questo volo, con le mie carte d’imbarco in una mano e la borsa con le scarpe per correre nell’altra.

Mi sembra di aver desiderato da sempre questo istante. 

Consegnata la valigia, ho controllato il mio Garmin. 94 bpm.

Un’emozione che scalda il cuore. Lo fa alzare. Lo sento che si fa leggiadro. Sobbalza e volteggia lì dentro. Vicino a quei polmoni che tra pochi giorni soffieranno l’aria direttamente nei muscoli per quarantadue chilometri. E centonovantacinque metri.

Quel cuore che ama anche quando non vorrei che amasse.

Solo che non si ferma, non torna a stare tranquillo. Batte, batte, batte. E ancora batte.

Senza una logica, ma con una forza che non conoscevo.

Arrivare a correre una maratona porta la sensazione dell’orgoglio fin nel midollo.

Non importa quanto ci si mette, importa la luce che vibra negli occhi di chi la corre.

Quella luce, quella scintilla, quel calore. Lo avete mai sentito quel fuoco che vi cresce dentro?

Stamattina ho pianto. Di felicità.

Ho sognato la Maratona di Boston per anni. Me la sono conquistata.

Sto volando ora, sopra l’Oceano. Sto volando sopra i miei sogni.

Tra poche ore sarò a Boston, tra qualche giorno sarò alla partenza e, se tutto va come deve andare, tra qualche giorno taglierò il traguardo, giallo e blu, quello che sogno da anni.

Ma non è il traguardo ciò che conta. Ciò che conta è la consapevolezza di averlo fatto.

Di averci scommesso.

Di averci provato e, ora, essere qui.

Non lo avrebbe mai detto nessuno quindici anni fa, nessuno. Io sì.

Io ho scommesso che ci sarei arrivata, qui, ora, a correre. Ad essere così incredibilmente felice.

I sogni veri, come l’amore vero, vincono sempre.

E vale sempre la pena di scommetterci.

E ora si corre, a testa alta, con il sorriso. Dritta verso il mio obiettivo. E tutti gli obiettivi futuri.

 

#TheRunningPrincess

RunningCharlotte
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Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Showing 2 comments
  • Paolino
    Rispondi

    In bocca al lupo, Carlotta.
    Ho letto il tuo post più volte: un incipit così vero mi ha fatto tornare alla memoria anche il mio… pianto di qualche anno fa.
    Boston è la storia della maratona, sarà una grandissima emozione correrla.
    Avremo modo di seguirti, da Hopkington sino a Boylston St.: buona gara.

  • Denis
    Rispondi

    Grazie per aver condiviso con noi il tuo sogno, le emozioni e le fatiche per raggiungerlo. In bocca al lupo grandissima.

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