Le gare da spettatrice: Red Bull K3, invidia e ammirazione

Arrivo a Susa la sera prima. Non pensavo di venire al Red Bull K3. 

L’anno scorso avrei tanto voluto correrlo, ma ero troppo stanca per un’impresa simile, mentre quest’anno la mia priorità la Maratona di Berlino.

Poi mi chiama Daniele, con-direttore della rivista Correre, chiedendomi se voglio andare io per conto della rivista al Red Bull K3.

L’ho chiamata “La Maledizione del K3”

Ci sono due montagne che in qualche modo hanno dato un ritmo diverso alla mia vita, tra Aosta e Torino. La Becca di Nona e il Rocciamelone.

La prima volta che salii sul Rocciamelone fu una scoperta: così vicino a Torino esisteva un monte che mi ricordava la mia Becca, anzi, essendo quasi 400 metri più alto, la supera.

Dalla cime del Rocciamelone si vede Torino, come dalla Becca vedi Aosta e da Torino vedi, nelle belle giornate, spuntare la vetta a pennacchio del Rocciamelone.

Il Red Bull K3 è una gara di Triplo Vertical ideata da Nico Valsesia, che dalla Piazza di Susa, provincia di Torino, porta in vetta a questa iconica montagna.

Ho sempre pensato che fosse molto ironico che un atleta della Valsusa si chiamasse di cognome Valsesia.

Tornando a me, erano settimane, soprattutto dopo l’Aosta-Becca di Nona, che tra i miei amici si parlava del K3. Solo un “atleta” può capire quanto sia frustrante quando tutti i tuoi amici fanno una gara e tu no. Ma il Vertical non c’entra molto con la maratona, anzi niente e bisogna darsi delle priorità. Per cui, anche quest’anno ho rinunciato.

Non sarei mai andata a vederlo, se non fosse stato per la telefonata di Daniele. Sarebbe stata troppa la voglia di farlo.

E invece venerdì 27 luglio sono arrivata a Susa intorno alle 20, per vedere e fotografare il Red Bull 3K.

Scendo nella hall dell’hotel e mi siedo ad aspettare le ragazze dell’agenzia PR e Lorenza, giornalista per il Corriere. Davanti a me, seduta a chattare con il suo iPhone, Anna Frost.

Anna Frost è stato uno dei miei primi grandi miti del trail running. Neo-zelandese, bionda, sempre sorridente, fortissima e in carne. La mia atleta d’elezione. L’ho seguita negli anni correre e vincere i podi di gare pazzesche, con quel suo sguardo luminoso, attorniato da rughe sottili, e la sua aria scanzonata e leggera. E ora è lì. E’ più alta di me di poco, ha pressapoco la mia età, credo che anche lei superi i 60kg. Ho sempre visto così tante similitudini che la adoro. E’ sempre stata fonte di motivazione.

La saluto e sorrido.

Arrivano le ragazze e andiamo in piazza, dove si sta lavorando per dare pettorali e ultimare i dettagli di palco e luci prima della presentazione dei top runner. Vedo atleti fortissimi e, sul palco, Nico.

Nico Valsesia, la prima volta l’ho visto in TV. Il mio ex marito stravedeva per lui dopo aver assistito ad un documentario sull’attraversamento del Salar de Uyuni, ovviamente di corsa. Un’avventura incredibile di centinaia di chilometri, correndo sul sale bianchissimo. E io ho assorbito questa passione e questo sogno, rendendolo mio.

La cena si fa impegnativa a suon di bistecche di bisonte (non troppo tipico della Val di Susa), ma il bello verrà domani.

La gara.

Sono le 7.00 del mattino. La piazza di Susa inizia ad affollarsi. Alle 7.30 parte la gara femminile. Vedo qualche amica che corre, Camilla, Valeria, poi Anna Frost e le altre top runner. Tutte lì, insieme. In partenza sono tese. Le invidio e cerco di cogliere nelle foto le espressioni più belle.

Alle 8.00 parte la gara maschile. I cancelli orari sono duri da rispettare. Ma come vorrei correre anche io. Qualcuno ride, altri hanno paura e si vede.

Alcuni vengono da veramente lontano, dal Giappone, ma anche dalla Norvegia, oltre che dalla vicina Francia, dalla Svizzera e dalla Germania.

Sono poche le gare come questa: 3.000 metri di dislivello positivo in meno di 10km di sviluppo la rendono unica, incredibile, eroica, epica. Indimenticabile.

Mentre faccio queste riflessioni mi sento una spettatrice. Quando vorrei essere una concorrente.

Saliamo in auto al primo cancello orario, al Trucco, appena in tempo per veder passare la testa della gara femminile. Un pochino indietro la mia amica, fortissima, Graziana Pè (leggi qui la sua intervista), seguita a brevissimo tiro da Anna Frost.

Poi gli uomini.

Mi sono messa a circa 50 metri dal ristoro per fare le foto, credo che questo sia il punto adibito al rutto. I concorrenti al ristoro bevono Red Bull ghiacciata e dopo pochi passi la natura fa il suo corso.

Continuo a domandarmi cosa li spinga a non chiudere la bocca. Faccio il tifo ad un ragazzo che esplode in un rumore di stomaco fragoroso. Decido di cambiare location e fare qualche scatto al ristoro.

Attendiamo gli ultimi. I primi staranno arrivando ora verso la vetta.

In cima qualche amico mi dà notizia dei due podi. I miei amici arrivano tutti sù bene. Posso scendere a Susa ad aspettare.

L’anno prossimo sarà il mio turno. Questa gara è troppo bella per starla a guardare.

La curiosità:

La prima donna e il primo uomo sono fidanzati. Dopo Kilian ed Emelie, oramai è tendenza…

Martin Anthamatten (Winner Man) and Victoria Kreuzer (Winner Woman) celebrate the victory at the Red Bull K3 in Susa, Italy on July 28, 2018

Classifiche:

Uomini

Martin Anthamatten (winner), Luka Kovacic (second), Xavier Gachet (third) celebrates the podium at the Red Bull K3 in Susa, Italy on July 28, 2018

  1. Martin Anthamatten 02:06:13
  2. Luka Kovačič 02:12:01
  3. Xavier Gachet 02:12:09

Donne

Kreuzer Victoria (winner) Axelle Mollaret (second) and Camilla Magliano (third) celebrates the podium at the Red Bull K3 in Susa, Italy on July 28, 2018

  1. Victoria Kreuzer 02:24:03
  2. Axelle Mollaret 02:33:42
  3. Camilla Magliano 02:38:46
RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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