La Chicago Marathon e la consapevolezza: racconto di una preparazione non perfetta

Avevo pensato di raccontarvi la mia preparazione per la Chicago Marathon per tutti i mesi estivi.

Avevo presupposto di arrivare presto ad uno stato di forma tale da poter sognare allenamento perfetti e tempi beneaugurali.

Avevo, all’inizio, sognato anche di migliorare i chrono del 2018.

Poi, ad un certo punto, ho smesso di raccontarmi le favole e ho preso atto della realtà: questa volta non sono in forma.

Vale la pena correre una maratona quando non si è in forma?

Questa è una domanda retorica, lo so. La risposta è semplice per chi ha nel cuore i 42 chilometri. Vale sempre la pena di correre una maratona.

Partiamo da un concetto che ha sempre guidato le mie scelte in materia di maratone: la maratona va rispettata.

Avere l’opportunità di partecipare ad una gara internazionale come la Chicago Marathon è di per sè una grandissima fortuna, un vero onore. Prima di dire “no” ad una tale occasione bisogna pensarci bene. Quando mi sono iscritta a questa maratona era da poco passata la data della Berlin Marathon e non avevo idea di come sarei stata 13 mesi dopo.

Seguendo la progressione degli ultimi anni avevo quasi dato per scontato che avrei migliorato il mio personal best anche questa volta.

Invece, volente o nolente, il mio corpo negli ultimi mesi non è riuscito a digerire i carichi della primavera e mi ritrovo a poco più di un mese dalla data X ad avere la consapevolezza che non migliorerò il mio personale.

La verità è che, in ogni caso, non ho mai pensato a rinunciare.

La consapevolezza ci rende forti.

Ho riflettuto molto in questi mesi. Ho pensato molte volte a raccontarvi come vanno gli allenamenti e molte volte ho sperato fosse “la volta buona”. Invece, per un allenamento andato bene, ne ho sempre avuto uno andato male, o comunque non soddisfacente.

Per la prima volta in vita mia ho patito i lunghi, il mio cavallo di battaglia.

Ho fatto ripetute deludenti, di 10′ al chilometro più lente di 12 mesi prima. Ho fatto gare lontane da tempi per me normali. Ho corso male, stressandomi e deprimendomi davanti ai numeri del GPS.

Finchè non ho preso una decisione: prendere consapevolezza della verità e fregarmene.

Togliere la velocità dal GPS.

La prima cosa che ho fatto è stato eliminare dalla schermata del Garmin la velocità e la distanza. Ho ricominciato da capo. Ho corso allenamenti e lunghi prendendo il tempo totale e la frequenza cardiaca, ho fatto ripetute e fartlek a tempo – qualche minuto forte e qualche minuto di recupero, con scalette e piramidi di tempo a seconda dell’allenamento – ho corso ascoltando il mio corpo, perennemente stanco e dandomi delle immaginarie pacche sulla spalla di conforto.

Ho, semplicemente, corso.

Ho staccato il cervello, ho assaporato il passo, mi sono goduta questo sport che amo alla follia. Ho fatto alzare il cuore fino alla gola e eliminato i freni in discesa. Ho giocato.

Arrivata a casa il riassunto dell’allenamento su Strava mi diceva che ero lontana dalla performance desiderata.

L’ho mandato a stendere.

Ricominciare da capo.

In molti mi hanno detto frasi tipo “vedrai che la velocità torna” oppure “in gara ti ritroverai veloce come prima” o altre baggianate per rincuorarmi, ma io non ne avevo bisogno.

Io ho ricominciato da capo: ho nuovamente imparato a correre per il semplice gusto di farlo.

E’ stata una rinascita lenta e non è certo finita.

Domani dovrò correre i 36 chilometri di rito a 5 settimane dalla gara e non ho nessuna idea su come andrà.

So solo che sono emozionata, perchè, in fondo la sola cosa che mi interessa veramente è divertirmi ad avere il cuore a mille e godere dei miei passi.

Io amo la Maratona più di ogni altra gara, metto la Maratona nella top five delle cose che amo fare nella vita.

Non rinuncerò mai a correre, senza freni, senza inibizioni, senza (troppi) pensieri.

Qualsiasi sia il risultato.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • sara
    Rispondi

    Non sono una veloce, non lo sono mai stata, non ho mai fatto niente per diventarlo!
    Sono una dalla testa dura, una resistente come dice qualcuno dei miei amici. Fra poco più di un mese correrò la mia prima 100 km, non lo so come andrà…non so nemmeno se poi avrò ancora voglia di correre, so solo che me la voglio godere, km dopo km, perchè per me questo è la corsa. La libertà e la fortuna di stare bene.
    In bocca al lupo!

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