Non siamo mica al mare! Corsa e Pudori.

Stavo correndo con un amico. Allenamento tosto, ore 13:00, Torino città. Abbigliamento adeguato: shorts e canotta. Adeguato ai 27 gradi di giugno, dico.

I più attenti, e anche i meno attenti credo, sanno bene che non ho il fisico della maratoneta… diciamo che le mie ginocchia non sono a punta e non mi si vedono le costole ecco. La mia prof di chimica diceva che ero “procace”, altri affermano “di una bellezza giunonica”…

insomma, sono bella rotonda.

Detto questo, tornando a piedi a casa, attraversiamo sulle strisce e una signora, di età nemmeno definibile come “giovanile”, dotata di Panda rossa e occhiale spesso, che per essere la parodia della perpetua del paese le mancavano solo i bigodi, inchioda e mi urla: “Non siamo mica al mare!”. Sì, insomma, fa quello che avrebbe fatto un ragazzino sguaiato, un camionista molesto, urla maleducatamente dal finestrino.

Io comprendo bene che le mie curve abbondanti in shorts non siano quanto di più assimilabile allo sport, ma mi sono fatta molte domande sull’interpretazione di questo episodio. Purtroppo non ho potuto disquisire sul concetto di “running” con l’amabile signora perchè il mio amico ha optato per tagliare corto e mandarla a quel paese, ma le domande ci sarebbero state e sarebbero state approfondite. Quanto è radicata in Italia la Cultura Sportiva? O meglio, quanto non lo è?

In testa ho pensato a molte opzioni per giustificare l’esclamazione aggressiva della signora:

  • forse ha pensato che andassimo in giro in calzoncini, maglietta smanicata e scarpe fluo a causa di una brutta moda del momento. Purtroppo alla mia età la moda dei 16enni non è auspicabile, perciò la signora voleva farmi gentilmente notare che non mi dona lo smanicato a 34 anni…
  • oppure la signora ha confuso gli shorts con un costume intero anni ’30 e quindi voleva farmi notare che non si porta in città
  • o ancora, la signora veniva in Panda direttamente dagli anni ’30, avendo trasformato la sua vettura in una macchina per i viaggi nel tempo ed è rimasta shockata dal fatto che le donne corrano liberamente nei parchi
  • la signora usa andare al mare vestita da corsa e quindi ha confuso le due cose. Affetta da una malattia che  le provoca convulsioni, preferisce qualcosa che la copra anche in spiaggia…
  • la signora ha scambiato le mie nuove New Balance fuxia per pinne

Oppure, in maniera più credibile, la signora non ha nessuna cultura sportiva e, peggio ancora, non ha mai praticato attività fisica. Da questa sua ignoranza del caldo di un giugno alle 13:00 quando si fanno ripetute veloci, ha mal pensato che corressimo in shorts per mostrare la pelle nuda. Questo fatto secondo lei era sufficiente per insultare due runners in mezzo ad una strada.

Peggio ancora, dietro questo fatto si nasconde un chè di bigotto: la signora si è eletta in quel momento “moralizzatrice”, portatrice di usi e costumi morali corretti, ha agito- secondo lei – da buona cristiana. Come se correre in calzoncini potesse offendere la decenza e di conseguenza Dio.

Ma se riteniamo offensiva la corsa in calzoncini, come possiamo pretendere che i nostri giovani pratichino attività fisica? Come possiamo pretendere che le nostre ragazze partecipino ad una gara di atletica in divisa della società (che prevede shorts sicuramente o peggio slip e top) se uscendo di casa si sente additare come impudica?

Questa estate ci saranno le Olimpiadi. Le guarderemo ammirando il gesto atletico o avremo pruriginosi pensieri di fronte alle divise delle atlete?

No signora, non siamo al mare, perchè fossimo al mare, correrei in costume da bagno. E le assicuro che non lo faccio per sentirmi sexy. Non lo sono.

O almeno non per quello.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Showing 2 comments
  • Maddalena
    Rispondi

    La signora è stata ancora benevola 😉 poiché talune runner per non offendere Dio (o non offendere quelli che arrogantemente credono possa offendersi Dio), debbono correre velate e con la tutona anche a 30°C o, più mestamente, non debbono correre affatto. Non parlo della Somalia occupata dai fondamentalisti, ma del lungomare di Genova dove non è rarissimo incontrare podiste intabarrate in tal guisa. Generalmente dopo un paio di volte non le si vede più, addivenute a più miti consigli.
    Il fondamentalismo può essere anche in una panda rossa nell’elegante Torino.

    • admin
      Rispondi

      Grazie del tuo commento. È esattamente così. Purtroppo. Ho visto maratonete in gonna lunga “per non mostrare le gambe” e velo. Offese loro per non offendere il buon costume.

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