Correre per l’ambiente: il mio amico Oliviero e la sua Groenlandia.

Ho conosciuto Oliviero per caso. Anzi, credo fermamente di essere una delle ultime ad aver conosciuto Oliviero Alotto e forse subito non ci ho fatto nemmeno tanto caso.

Il mio è un mondo fatto di corsa, ma la corsa che frequento io è spesso una corsa social, una corsa di gruppo, una corsa quasi ostentata. I runner che frequento sono quelli che tutti conoscono, quelli che vincono le gare del paese, quelli che vedi ovunque. Apro la mi bacheca Facebook e ci sono foto di podi, foto di GPS, selfie di gare, medaglie di maratone, muscoli, ragazze con l’ultimo modello di scarpe da running.

Il mio è un mondo di corsa che mostra risultati e sorrisi. Un mondo allegro, tapascione, un mondo con il pettorale spillato alla canotta della società podistica.

Un mondo bello, ma diverso da quello di Oliviero.

La corsa di Oliviero Alotto

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Credits Stefano Rogliatti

Oliviero è un cuore gentile. Non ride tanto. Non fa nemmeno il cretino. Io sono avvezza a comportamenti scherzosi quando si parla di corsa. Io stessa, che non sono una che di carattere è sempre positiva, quando si tratta di corsa mi sento trasportata in un universo più “sciocchino” e allegro.

Oliviero conosce molte delle persone che conosco anche io, scopro. La sua nutrizionista è Felicina Biorci, ha lavorato con molte persone che conosco, corre e va in bicicletta con tanti amici.

La sua specialità è la Ultra Trail. Ha corso gare e distanze pazzesche, ma non ha medaglie da fotografare in un selfie. Ha molti racconti da fare, questo sì. Oliviero è come una scatola di sorprese. Lui racconta e tu, che fino ad un secondo prima pensavi al tuo primo posto di categoria alla StraPaesello, scopri un modo di correre diverso.

Oliviero corre per dire qualcosa.

Appassionato di cucina, è il fiduciario di Slow Food e si occupa di andare a caccia di eccellenze alimentari. Vegano, praticamente astemio e con una dieta da criceto, non ti aspetteresti mai di vedere la passione per il cibo di qualità trasparire in ogni sua parola.

Invece Oliviero parla di cibo come io parlo di scarpe da running: lo ama e accoglie ogni novità con entusiasmo sincero.

L’altra passione di Oliviero è l’ambiente. Con il suo progetto Run Before 2050 mette gambe e voce a disposizione di un nuovo mondo più sostenibile.

Running for Climate in Groenlandia

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A maggio ho avuto la fortuna di stare in compagnia di Oliviero molto tempo. Mentre lui riusciva a farsi amare da tutte noi The Running Princess, io imparavo qualcosa sulla corsa di Oliviero.

Verso fine maggio mi dice che ha realizzato il suo sogno: parte per la Groenlandia. Io non ho capito molto su questo suo viaggio in Groenlandia.

So che parte per correre una distanza epica, ma non è una gara. So che correrà da solo per 200km. So che a seguirlo sarà Felicina. Perchè Oliviero è fatto così: prima fa e poi pensa, il mio contrario.

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Con Felicina Biorci – Credits Stefano Rogliatti

Comprendo la portata di questo suo viaggio quando ne parlano al TG1 (guarda il servizio). Oliviero corre per lanciare un grido e ci riesce: salviamo l’ambiente prima che sia tardi. La sua corsa, che vedo prima in televisione che da lui, è una corsa per testimoniare quello che succede a latitudini in cui fino a qualche anno fa esistevano solo ghiacci. Fiori, terra e erba appaiono dove prima era bianco. L’ecosistema di un intera zona del mondo spazzato via dal surriscaldamento dell’atmosfera.

Il mio amico Oliviero sta correndo per 200km non per una medaglia, ma per lanciarci un messaggio. Senza gridare, senza fare lo sciocco, senza gonfiabili al traguardo. Leggo il suo articolo sul blog.

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Credits Stefano Rogliatti

Oliviero corre per farci vedere attraverso le sue gambe che dobbiamo invertire la rotta.

Io rimango a bocca aperta.

Quel piccolo uomo che sono onorata di avere per amico è lì non per stabilire un record e nemmeno un personal best, ma per mostrarci cosa sta succedendo.

Cambiamento

Ho molto riflettuto su cosa significa per me correre, dopo il rientro del mio amico. Ho guardato la mia casa, ho esaminato il mio stile di vita. Ho anche messo sotto esame il mio profilo social.

Ho pensato soprattutto a cosa voglio fare del mio futuro di runner.

Per prima cosa ho fatto una donazione per il suo progetto (dona anche tu qui) e poi ho scelto di cambiare qualcosa.

Ho pensato a tre aspetti e, copiando un po’ Olly, ho scritto il mio manifesto del runner sostenibile:

  1. alimentazione: curare l’alimentazione significa anche sapere cosa mangiamo. Meno carne, meno cibo “immediato”, nessun cibo pronto. Tanto la schiscetta al lavoro è un trend, per cui sono alla moda.
  2. equipaggiamento: basta sprechi e soprattutto basta abbigliamento low cost. Spesso nel costo di un prodotto c’è anche la ricerca per una produzione più sostenibile e soprattutto per un prodotto che dura. Meglio una maglia in meno, ma di qualità.
  3. gare: più km in autonomia e meno gare fuori-porta. I viaggi sono bellissimi, ma spesso noi podisti andiamo in affanno per la gara. Quest’anno correrò la Maratona di Chicago, questo sarà il mio obiettivo. Uno, bello, da godere.
  4. blog: questo forse è il punto più importante. Meno progetti estemporanei e più progetti sentiti. Ne sto per lanciare uno a cui tengo da morire… preparatevi!

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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