Il Signor Bianco: Gran Trail Courmayeur

Ci sono immagini, ci sono profili, ci sono monti che disegnano i colori delle nostre fantasie.

Quando da Aosta sali verso Courmayeur, ad un certo punto esci da una galleria e TA-TAN, eccolo, riconoscibile come poche altre montagne, grande, gigante, incappucciato di bianco, ecco, IL Bianco.

4.810 metri di sogni di alpinisti, di leggende di paesani, 4.810 metri nelle foto dei turisti, sulla punta delle stilografiche. Il Monte Bianco. 4.810 metri di mito.

Se la vetta è in territorio francese, l’immagine caratteristica di questo massiccio è tutta italiana: Bianco, Mont Maudit, Mont Blanc du Tacul, Dente del Gigante, Grandes Jorasses… Che poi quella che da Courmayeur sembra la vetta non lo è affatto, piuttosto è il Mont Blanc Di Courmayeur, “solo” 4.765 m. Ma il profilo del Bianco rimane sempre quello che si vede da qui.

E proprio questa è l’immagine di copertina del mio Gran Trail Courmayeur.

E’ la prima estate che mi iscrivo a queste gare e le corro senza programmi. Il Trail Running è un divertimento che mi sgombra la mente, non un programma di competizioni. Ero molto restia a lasciare l’asfalto, ma ammetto che forse avevo necessità di mollare la presa: la preparazione dei 10mila di quest’inverno mi ha provata, anche perchè non ho raggiunto gli obiettivi sperati. Il corpo sta benone, ma la testa vuole volare…

Dopo la Cortina Skyrace, bellissima, desideravo immagini vicine a quelle di “casa”. I Valdostani hanno alcune figure mitizzate che li fanno sentire in “territorio amico”: La Becca di Nona, piramide che sovrasta Aosta e che accompagna le albe di tutti noi, il Cervino, i ghiacciai rosa del Monte Rosa, il Grand Combin “che se fa brutto lì viene brutto anche ad Aosta” e poi il re: sua Maestà il Monte Bianco.

Il Gran Trail Courmayeur ha 3 distanze e io ho scelto la più corta: 30 km, con 2000 metri di dislivello positivo. Abbastanza per una podista da asfalto e abbastanza per riempirsi gli occhi. Chi me lo fa fare di farne 60 poi? E 90? AHI AHI

Partenza da Dolonne, Courmayeur, si sale con una faticosissima salita che dai 1200 metri arriva ai 2000 del Rifugio Bertone, fino ad arrivare alla celeberrima “Balconata del Bianco”, che dal Bertone arriva al Rifugio Bonatti in 8 km dolcissimi con vista sulla catena del Bianco.

Uno spettacolo senza eguali, una bellezza che risuona negli occhi, il cuore si riempie… La mia voglia, nella fatica generale era di gridare “GRAZIE!” al mondo. Ma come si può essere così fortunati da avere l’opportunità di correre felici davanti ad uno scenario simile?

Chi è fortunato come me? Come noi? Sole, profumo di montagna, gambe che si muovono, felicità… Che gran culo essere qui!

Arrivati al Bonatti si sala in una valle, la Valle del Malatrà che si inerpica tra praterie e rocce aguzze fino al Col Entre Deux Sauts 2.524. Qui il panorama si apre e si scende di 300 metri, per risalire al Col Sapin 2.435 che dà il nome alla valle sottostante.

Dopo il Sapin inizia il mio personale calvario. Sono stanca e scendere è sempre una fatica a cui non sono abituata.

Una discesa irta porta a Curru e poi un saliscendi che pare in finito a Le Suche.

Per fortuna all’ultimo ristoro mangio 5 o 6 fettine di Motzetta (sono ristori da montagnard questi!) e mi tiro sù, anche perchè sono le tre e io ho fame!

Un ultimo tratto di asfalto (che io ho benedetto) e si torna a Dolonne.

4h57 minuti, sono quarta.

Subito mi dicono terza, ma non è vero, quarta.

Non importa, sono felice come una pasqua. Mi danno un microfono e lo dico a tutti “che figata! Siamo proprio fortunati!”. Ed è così, proprio così.

All’arrivo trovo un volto che amo, quello di Francesca Canepa che per una volta non corre e… mi fa il tifo. I ruoli alle volte si invertono, lei che saluta me ad un arrivo. Io corro e lei no.

Che bell’atleta, aspetta gli arrivi di amici e chiacchieriamo.

Gambe nella fontana scambio qualche battuta con gli amici di un giorno soltanto, quelli degli ultimi chilometri, che come me sono infangati e sorridenti.

Mangio pane e fontina che gli alpini ci servono e bevo una birra.

Una sola parola in testa “GRAZIE”

 

GLI APPUNTI DI CARLOTTA:

Se devo proprio dirvi, anche se come me siete scettici verso il trail running, provate una gara come il Gran Trail Courmayeur, abbastanza corta da essere fattibile se allenati, abbastanza lunga da sentirsi gratificati, panorama indescrivibile a parole, organizzazione perfetta.

Prendetela come una vacanza dalle gare su strada, non ve ne pentirete.

Grazie a VDA Trailers che ha organizzato una bella manifestazione.

In ultimo, non voglio sentir nominare il Tor Des Geants: sono gli stessi organizzatori, ma lasciamo le polemiche ai ricercatori di polemiche e ai quotidiani locali.

A voi la mia Gallery!

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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