Hoka ONE ONE Clifton 7, la recensione completa

Hoka ONE ONE (da leggersi “oneone”, non “uanuan” perchè non è inglese), è certamente uno dei brand dal più grande appeal sul mercato. I clienti che in negozio cercano Hoka difficilmente cambiano brand. Questo perchè Hoka ha delle caratteristiche uniche nel suo genere che troviamo ampiamente nella Clifton 7.

Cerco di spiegarvele brevemente.

Il concept è elementare: partiamo dal fatto che una scarpa con drop basso, naturalmente favorisce l’appoggio in mesopiede e avampiede. Se pensate al drop 0 delle scarpe da pista e all’appoggio del velocista facilmente ve ne renderete conto. Quindi un drop basso favorisce un appoggio corretto e una rullata efficace? Sì, se però il piede è forte e riesce da dare la spinta in avanti, altrimenti rimarremo piantati sul nostro mesopiede con evidenti drammi articolari di varia natura e contratture ai muscoli posteriori.

Per attivare la spinta in avanti bisogna lavorare di piede, cosa decisamente poco amata dal runner di mezza età, che magari predilige velocità moderate e corre per il terzo tempo (quindi quasi tutti) e che il piede lo ha messo in pensione nelle lunghe ore d’ufficio.

Se però la scarpa ha una rocker sole, ovvero una forma curva a “ruota”, è la scarpa a portare la rullata dal mesopiede all’avampiede, tutelando i muscoli plantari stanchi del podista.

Ecco che qui interviene Hoka ONE ONE con la sua intersuola in EVA morbidissima e molto alta, il suo drop basso e soprattutto il suo sistema META ROCKER, che conferisce la forma curva e rigida utile a tutti i podisti con piedi che non assomigliano a Filippo Tortu.

La rullata “facilitata” di Hoka favorisce una corsa corretta e naturale, proteggendo il piede, i muscoli plantari, metatarsi e talloni.

La Clifton 7 è l’ultima versione di una scarpa icona di Hoka, dedicata a distanze medio-lunghe, a runner di peso medio, ma utilizzabile anche da runner leggeri che desiderano una scarpa estremamente morbida da allenamento.

Veniamo al test.

Guardiamole:

clifton 7

Indubbiamente l’intersuola è alta, come ci si aspetta da Hoka One One (27-22 mm Donna; 29-24 mm Uomo), ma il peso è veramente contenuto, ancora meno della versione 6 (201 grammi nella donna, 247 grammi nell’uomo). A parte queste prime osservazioni, suola e intersuola rimangono pressochè identiche.

Il meta-rocker è ben visibile dal mesopiede fino in punta e dà alla scarpa la classica forma a banana di Hoka. Il tallone è leggermente smussato per un ingresso di rullata più fluido (sapendo che rimane difficile un ingresso tallonare con Hoka).

Il differenziale rimane di 5 mm.

Le maggiori differenze tra la Clifton 7 e la Clifton 6 sono ben visibili nella tomaia.

La mesh a sandwich rimane come nella versione 6, ma i rinforzi sulla punta si alleggeriscono.

La differenza più visibile è nella conchiglia tallonare, che si fa più asciutta e adotta la nuova forma ad “ala”, abbandonando l’occhiello in tessuto della Clifton 6.

L’allacciatura è accollata, gli occhielli rinforzati.

Altra novità è la linguetta, che non è più divisa dalla tomaia, ma unita da tessuto elastico ad abbracciare il piede.

Infiliamole:

clifton 7

La sensazione è decisamente più aderente della Clifton 6. Cosa che per chi come me ha il piede sottile è una cosa da sapere, ma per chi ha il collo del piede alto può essere un impedimento.

La base del montaggio “a cucchiaio” che aveva già la Clifton 6 rimane.

Il piede è ben fermo nella scarpa, che si conferma una scarpa a pianta tendenzialmente stretta.

La sensazione sotto al collo del piede è di sostegno per un collo del piede normale o alto, molto aderente su un collo basso.

La tomaia è morbida e confortevole.

Il tallone viene abbracciato dalla conchiglia per una piacevole sensazione di protezione e tenuta.

Corriamoci:

clifton 7

Partendo dall’idea che io sono abituata a lavorare di piede, cosa che ho appreso negli anni, e che per questo prediligo scarpe flessibili, la Clifton 7 offre un ottimo sostegno e un’ammortizzazione morbida.

Il contributo del meta rocker è sensibile, ma il fatto di avere una scarpa più aderente rispetto al modello 6, la rende facile da controllare.

Parlando semplice, se nella Clifton 6 si aveva la sensazione di piede libero nella scarpa, qui il profilo più adeso e la geometria asciutta la rendono molto ferma sul piede.

La conchiglia tallonare le dà controllo e precisione.

L’idea generale è quella di una scarpa grandemente ammortizzata, ma senza fronzoli, asciutta, precisa e controllata.

Consigliata a:

Runner da medi a medio-pesanti, dall’appoggio neutro e pianta del piede media e sottile, che cercano una scarpa da allenamento e da gara lunga, ma trasversale e utilizzabile anche saltuariamente per training sulla velocità. Perfetta anche per runner che soffrono di problematiche legate al piede grazie alla sua grande morbidezza di intersuola.

Sconsigliata a:

Runner iperpronatori, pesanti e con piede largo, ai quali mi sentirei di consigliare una Hoka ONE ONE Bondi, piuttosto. Attenzione alla pianta larga, che potrebbe non andare d’accordo con il montaggio stretto della Clifton e andare incontro a problemi nella tomaia. Sconsigliata anche a chi è abituato a lavorare con il piede, a cui consiglio scarpe più flessibili.

 

VOTI:
AMMORTIZZAZIONE: 10
PROTEZIONE: 8
REATTIVITÀ: 7
LEGGEREZZA: 10
COMFORT: 7
ESTETICA:9

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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