Il lato vero delle donne: a spasso con la Lu.

Oggi sono in vena di confidenze.

Stamattina potevo scegliere un vasto menù di attività podistiche, dal lungo in piano con gruppone assortito, al programma di esercizi di forza del coach Degiu.

Ma io sono una podista solitaria e i muscoli sono ancora troppo indeboliti post Boston per dedicarmi ad un programma di forza sulle gambe.

Ho optato per un giro in “pano”, la mia amata Pano da Pino a Superga e ritorno e ad accompagnarmi è stata un’amica con la D maiuscola (D di Donna).

Luisella, vittima di una fastidiosa tendinosi, in bici ed io, lenta e ingolfata come una tacchinella, su e giù per le discese per nulla ardite della strada panoramica di Superga.

Non volevo tuttavia dilungarmi sull’allenamento. Non vi parlerò di quanto (pochi) chilometri ho fatto, di quanto (non) sono andata forte. Un po’ perchè c’è poco da dire, un po’ perchè sono dell’idea che ci siano giorni in cui è bene staccare la spina e dedicare la propria corsa ad altro.

Riflettevo invece sul nostro essere donne senza filtri.

Estendo le mie riflessioni anche alla Lu, perchè nulla ci accomuna, se non l’essere stranamente capaci di stare da sole.

Bionda, riccia, alta, magra, commercialista (di talento), può sembrare la mia antitesi. Di fianco a lei sembro ancora più bassa, scura, rotonda e svampita probabilmente.

Eppure guardavo la foto che ci siamo fatte da mandare all’amica di sempre e vedevo un dettaglio che mi salta agli occhi.

Siamo donne vere.

In molti cercano di farmi ragionare sul mio dover in qualche modo crescere, creare una famiglia, ragionare da trentacinquenne matra quale sono. Quel “sapermi comportare” che alle volte manca, quell’apparecchiare, spolverare, truccare la personalità che è arte tipicamente femminile.

Quel sapersi accontentare, come se accontentarsi fosse il giusto prezzo per una vita piena.

Guardavo la foto con la Lu e vedevo la verità. Sorridenti, struccate, divertenti, siamo donne che hanno imparato il significato del termine indipendenza a suon di verità.

E che ne sono orgogliose.

Dopo la Pano, sedute al bar con un comune amico, abbiamo riso mangiando la nostra brioche, senza contarne le calorie, senza badare al mascara colato che non avevamo, senza filtri.

Naturalmente, gratuitamente, lievemente divertenti e divertite.

Guardando la nostra foto ho pensato che no, non abbiamo ancora accettato di rinunciare alla nostra “maschera”. Una maschera incredibilmente reale e assolutamente trasparente.

E con in bocca il sapore della brioche e della prossima risata ci siamo salutate.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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