Il Mio Primo 4000: a spasso sul ghiacciaio con Mountain Kingdom

Mentre saliamo rapidi con la SkyWay Monte Bianco, recentissimo gioiello tra le funivie super moderne che da Courmayeur porta a Punta Helbronner, il cuore mi si stringe.

Da quando abito a Torino, ogni volte che mi avvicino a queste montagne provo sempre la stessa sensazione. Fin quando sono qui, come ora, al mio tavolino, stretta tra i palazzi, affaccio su San Salvario, rumore di motori e voci di bambini, non me ne rendo conto.

Tutto accade nella fase della “salita” in Valle.

Inizia leggero verso Carema, cresce a Pont Saint Martin, si agita a Nus, esplode ad Aosta alla vista del Grand Combin. Subito è solo un pizzicore al naso, poi sale alla congiuntiva oculare, si espande nella fronte, scende in gola e poi raccoglie tutto lo stomaco.

Qualche anno fa era più forte e già a Chatillon scendeva la prima lacrima.

Oggi, forse complice la consuetudine alla pianura, il fiume dell’emozione sgorga più distillato.

Eppure, lì, in piedi sulla pedana della funivia più moderna di tutti i tempi (forse), è esploso, in piena, forte, roboante come un torrente da un ghiacciaio in una giornata di sole.

E’ un’emozione che è affondata dentro di me, un’emozione gigantesca, atavica, legata alla mia essenza naturale.

Scendiamo al primo troncone della funivia e, alla vista del Dente del Gigante, piango. Non mi faccio vedere dagli altri giornalisti, riesco solo a mormorare “meraviglioso” quelle dieci o venti volte, come una vecchia radio accesa con il volume abbassato.

Siamo venuti in questo luogo incantato, a 3.466 metri per conoscere Mountain Kingdom. Loro si definisco “un pool” di professionisti della montagna. Sono un gruppo di guide alpine, Luca Macchetto, Cecco (Francesco) Vaudo e Cesare Cesa Bianchi, ma forse è riduttivo.

Sono degli appassionati, dei “passionate” in inglese – alle volte l’inglese rende di più – professionisti che vicino per la montagna. la loro missione – vedi mission – è quella di permettere a noi ignari di assaporare ogni dettaglio di questo ambiente incantato riducendo i rischi che la montagna naturalmente presenta.

Vedete, chiamarli guide alpine non è sufficiente.

La guida alpina è un mestiere nobile. La guida è un maestro, un salvatore, un accompagnatore, un amico di cui fidarsi, ma alle volte è un lavoro. Mountain Kingdom ne fa una missione.

Luca e Cecco ci legano in cordata, ci aggiustano imbraghi e ramponi. Noi domandiamo tanto e ascoltiamo ancor di più.

Mirko Sotgiu / © opencircle.it

Stiamo partendo per una passeggiata su questo spettacolare ghiacciaio, per provare a prendere confidenza con questi strumenti, con le corde, con la lentezza, con i compagni.

Luca e Cecco spiegano e spiegano. Conoscono le cime, le vie, la neve, lo spirito.

Sul cammino incontriamo decine di alpinisti.

Questa è una meta turistica, siamo sul tetto delle Alpi, ma il turismo qui è pacato e silenzioso.

Luca ci mostra crepacci, dettagli e orizzonti.

Io continuo il mio disco rotto che maschera l’emozione, o almeno funge da “troppo pieno” della mia commozione. “meraviglioso”.

Mirko Sotgiu / © opencircle.it

Proviamo qualche salita, qualche discesa, mentre le nubi corrono veloci.

Il progetto che Mountain Kingdom sta portando avanti in questi anni si chiama “Il Mio Primo 4000”. Il concept è semplice: far assaporare a normali trekker come me, la passione della vetta.

I 4000 metri sono per gli appassionati di hiking come i 42km per il runner: una meta iconica.

Il programma prevede il Castore, il Weissmies, il Breithorn, il Gran Paradiso, la Punta Gnifetti al Rosa.

Tutte cime raggiungibili facilmente, a patto di essere accompagnati da una guida.

Infatti apro una parentesi sulla sicurezza in montagna. Si sente parlare molto della polemica che il trail running desta.

L’alpinismo non prevede la corsa. Su un ghiacciaio non si corre.

Vedendo le foto di questa gita molti mi hanno chiesto se ho corso. Assolutamente no. A parte che io di mio sono contro alla velocità in montagna, ma se guardate bene avevo scarponi ramponabili, pantaloni lunghi, occhiali da ghiacciaio (grazie ad Adidas Eyewear per averceli fatti provare).

Sul ghiacciaio non si corre.

Il mio invito a tutti è quello di affidarvi ad un professionista che vi insegni le basi e di non rischiare mai la vostra salute.

Date un’occhiata ai programmi di Mountain Kingdom. Sono speciali. Io sto pensando alla Capanna Margherita da un po’… che sia la volta buona?

Grazie a SkyWay Montebianco, a Reda Rewoolution, a Adidas Eyewear, sponsor di Mountain Kingdom per la giornata speciale.

Fotografie del mitico Mirko Sotgiu / © opencircle.it

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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