La mia Lierac Beauty Run 2018. Sentirsi Principesse fa sempre bene.

Io lavoro per tanti eventi di running. Non è tutto ciò che faccio, ma costituisce una gran parte del mio lavoro: partecipo a eventi e gare e ne scrivo.

Non partecipo a tutte le gare, prediligo quello che hanno qualcosa da raccontare, come la Lierac Beauty Run.

E’ il terzo anno che lavoro con IoDonna.it su questa manifestazione e ammetto che sono orgogliosa di pensare che in qualche modo sia così bella anche grazie al mio contributo.

La verità è che, come accade spesso quando lavoro, non l’avevo mai corsa. O almeno, non l’avevo mai corsa “sul serio”.

Il primo anno l’ho corsa con reflex in mano, il secondo ne ho scritto, ma ero alle prese con il Magraid, quest’anno, il terzo, finalmente ero al nastro di partenza.

In vista della Maratona di Berlino, sto puntando a migliorare la velocità di fondo con un lavoro settimanale (massacrante) di ripetute e resistenza alla velocità e uno più lungo nel weekend.

E se riesco ogni tanto una gara corta.

Insomma, alla linea di partenza della Lierac Beauty Run sono arrivata per non scherzare.

Foto LaPresse – Spada

Detto così pare quasi che io non mi diverta, ma non c’è nulla di più sbagliato perchè io mi diverto da morire a gareggiare. Gareggiare non è una sfida contro qualcosa, nè contro se stessi, nè contro gli altri. Gareggiare è una sfida CON se stessi.

Sono arrivata alla linea di partenza CON le mie gambe, CON i miei muscoli, CON la mia voglia di correre.

Nel pomeriggio mi sono presa cura di me e mi sono fatta coccolare: una magnifica treccia allo stand Phyto, una massaggio da FisioRunning,lezione di yoga con Fitbit e il super Paolo Zotta, un gelato al latte di mandorle, qualche foto.

Sono stata bene, me la sono presa con calma.

Alle 21.00 hanno dato lo start.

Io, CON il mio corpo, e CON la mia coroncina da La Vie En Rose, siamo partite.

Ho sentito la fatica salire e l’ho amata. Ho allungato la falcata, ho dialogato con i miei piedi perchè spingessero al meglio, ho amato quel senso di distruzione che ti da “partire a bomba”.

Già al primo chilometro ho capito che avevo esagerato con l’autostima, perchè un chilometro a 3’50” quando speri di chiudere a 4’15” è una pura follia.

Da dietro sento arrivare dei passi non femminili. Questa è una gara per le donne, ma anche per qualche accompagnatore e fino a quel momento davanti a me l’unica donna era Lisa Migliorini (giovane, forte e imprendibile).

Avevo la consapevolezza che dietro di me c’erano tante donne, pronte a superarmi, ma quei passi erano maschili. Ad affiancarmi Filippo Manucci, AD di Lierac.

Conobbi Filippo più di tre anni fa. Io ho lavorato nove anni in una multinazionale cosmetica e ho imparato ad amare l’attenzione per la bellezza. Spesso confondiamo bellezza con arteficio, ma non è corretto.

Occuparsi di cosmetica significa saper comprendere nel profondo l’esigenza di Prendersi Cura di Sè.

Quando si usano parole come cosmesi, make-up, estetica, alla ment1e sorge l’immagine di qualcosa di posticcio o artefatto. La filosofia di Lierac è all’opposto. Lierac guarda alla cosmetica come un mezzo per permettere alle donne di rivelare la parte più autentica di sè.

Torniamo alla gara.

Intorno ai 1500 metri mi affianca Filippo. Filippo è il numero uno dell’azienda. Lo incontro spesso alle gare, una volta anche qui a Torino ad allenarsi. Filippo è quello che dovrebbe essere un capo: sorridente, tenace, audace, resiliente. Corre forte e si spreme, felice di assaporare la fatica e di arrivare in fondo con l’obiettivo in tasca.

Infatti al secondo chilometro mi supera. Penso che stia andando alla grande e sono proprio felice per lui. Queste sono le persone che lavorano per questa manifestazione (e per questo brand) e sono una squadra “fortissimi”.

Al terzo chilometro sento arrivar altri passi, siamo in Brera e so che sono donne. Le sento.

Le conosco di vista e corrono forte. E mi passano.

Al quinto chilometro decido di rallentare un po’ per mille metri. Lo so che in gara non si fa, ma ho fatto i primi 5k forte e mi sembra di aver fatto un ottimo lavoro. L’obiettivo era rientrare nel 4’15” e nel darsi gli obiettivi bisogna essere realisti. Sto andando a 4’05” ed è ovvio che sono stanca.

Ma sono dell’idea che se la gara è una gara “di passaggio” e non l’obiettivo finale, sia bene spingere di più, provarci, andare fino in fondo con l’acceleratore per provare a infrangere i limiti.

Senza mai perdere la realtà.

E la realtà mi ha fatta rallentare.

Chiudo i 10km in 41’38” netti, che significa un bel 4’10” al chilometro, meglio di quanto pensassi.

Sono settima nel frattempo, non di molto. Forse avrei potuto rimanere quarta senza quel rallentamento. Ma sono fermamente convinta che si debbano saper accettare i limiti per poterli superare.

Devi sempre essere consapevole del limite, vederlo da vicino, e andare oltre. Se non lo vedi, non potrai mai superarlo.

Taglio il traguardo con la mia coroncina di rose in testa.

A vincere la gara è stata la mia amica e collega Lisa Migliorini. Bella, giovane e forte.

Orgogliosa di aver fatto parte di questo evento, orgogliosa di sentire le parole della madrina Lucilla Andreucci, maratoneta e donna epr la quale ho una stima infinita.

Orgogliosa che esistano brand come Lierac che ancora sono fatti da persone che sanno mettersi in gioco come Filippo, come Claudia e Melissa, che non perdono mai il loro sorriso.

Orgogliosa di essere la donna che sono.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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