NEW YORK CITY MARATHON: i pensieri della gente

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In Maratona

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Ieri domenica piatta, quasi noiosa, domenica fatta di mal di gambe e riflessioni sul significato della vita.

Niente di così strano.

Un solo avvenimento ne ha fatta una giornata meno introversa: La NYC Marathon.

Ammetto che non ho mai avuto la tentazione di andarci, forse per uno spirito di chiuso anticonformismo, forse per non darla vinta agli statunitensi, forse solo perchè prima di vedere Nuova York vorrei vedere York (metaforicamente) e concentrarmi su quel che al mondo è rimasto di vero.

Tralasciando la parte agonistica della gara, poco entusiasmante se non fosse stato per la rimonta pazzesca della più sgraziata gazzella Keniana esistente (Priscah Jeptoo), quello che ogni anno mi lascia esterrefatta è la gente normale.

45.000 esseri umani stipati alla partenza che non vedono l’ora di appuntarsi la medaglia di finisher, altrettanti esseri umani che tifano, televisioni di tutto il mondo, giornalisti, follower, squadre, allenatori…

Non è una maratona questa, è il simbolo della vita.

Guardavo il serpentone umano partire e mi sembrava di sentire i pensieri di ognuno di loro…

“Se ce la faccio, allora vuol dire che sono meglio io di lui”

“Questo è per te amor mio, se la finisco allora significa che mi rivorrai con te”

“Al traguardo le chiedo di sposarmi”

“Se finisco allora ce la farò a combattere il cancro”

“Dopo questa non ne voglio fare mai più”

“Chissà cosa diranno i miei colleghi quando torno”

“Al 42esimo avrò perso almeno 4 chili”

“Devo vincere questa scommessa”

“Lo faccio per dimostrare ai miei figli che valgo”

e ancora, e ancora…

La Maratona di New York è IL SIMBOLO. Non il simbolo della maratona, ma il simbolo della riuscita. Queste 45mila persone torneranno a casa consapevoli di aver fatto una cosa unica, di aver vissuto un simbolo, torneranno sentendosi migliori. Probabilmente non gli importa di essere a New York invece che a Boston, ma se fossero a Boston non sarebbe la stessa cosa, non avrebbe lo stesso valore simbolico.

Tra 10 giorni si corre la maratona di Torino, andrò alla partenza, non so se correrò. Ma guarderò la gente: pochi di quelli che partiranno lo faranno perchè è un simbolo. Ci saranno 3mila maratoneti veri, tutti entusiasti e tutti bravi, ma non ci sarà la stessa aria, non sarà la stessa cosa. Negli occhi ci sarà la sfida, ma non il simbolo.

Nelle bacheche delle case degli italiani verranno appese medaglie e pettorali di New York e ogni volta che un amico si soffermerà a guardarli, negli occhi di chi l’ha fatta brillerà una scintilla di consapevolezza.

Sono sempre 42 km di asfalto, ma New York mischia l’asfalto alla rivincita personale, al sogno.

Bello. Molto bello.

 

ph: http://www.ingnycmarathon.org/

 

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