Valtellina Wine Trail. Il trail che piace (anche a me)

Chi mi conosce sa bene che io ho una specie di blocco interno per quanto riguarda il trail.

Io corro in pianura e cammino in montagna.

Mi piace la montagna, adoro i sentieri, sono nata tra le vette e nel bosco respiro, ma proprio perchè la amo così tanto non riesco ad avere fretta.

Invece, quando un pettorale, anche casualmente, si appoggia sulla mia canotta non riesco ad esimermi dalla competizione. Obiettivo, tempo, chrono, passo… tutti aspetti che io non tollero nel momento in cui metto piede su un sentiero.

Una specie di sdoppiamento della personalità.

E invece il Valtellina Wine Trail mi ha stregata.

Stregata proprio, ammaliata, divertita, entusiasmata. E per fortuna che ho fatto il percorso cortissimo, la scampagnata, perchè sono andata lentissima e a quel passo avessi fatto la 21km sarei arrivata il giorno dopo.

La verità è che è così bello che torneresti indietro a rifarlo.

Innanzitutto le proposte sono proposte fattibili:

12,4 km – 21 km – 42 km

I sentieri sono tecnicamente semplici e le salite mai impervie (ma il dislivello c’è, ve lo assicuro), i tratti pianeggianti sono disseminati tra salite e discese a rinfrancare i polpacci e i ristori a base di leccornie della Valtellina (vino compreso) tentano il runner come Circe tentò Ulisse. Cioè alla fine te ne vai perchè devi, ma saresti rimasto ancora un bel po’.

La sorpresa bella è che in partenza incontro “bella gente” tra cui Cristina “RunAndTheCity” Turini e ce la prendiamo con calma, come se andassimo a pranzo fuori insomma.

Il percorso si snoda in luoghi incantevoli.

Si respira aria di montagna autunnale e mi sembra di essere in Valle d’Aosta: terrazzamenti di vigne dalle foglie gialle e oro, cielo dalle nubi alte, villaggi in pietra e tifo – sfegatato – di gene di paese. A tratti mi pare pure che parlino patois, ma credo che questo sia effetto della fatica. La valle in basso si snoda febbrile. E’ sabato e non è tutto silente come la domenica mattina.

Organizzazione – quasi – perfetta.

“Quais” giusto perchè in partenza non trovo dove ritirare il pettorale e l’expo mi pare confusionario, tanto che non vedo gli amici presenti (e non mi vedono loro). Ma questo è per essere puntigliosi, perchè invece le centinaia di volontari le vedo bene, sul percorso a lavorare impeccabilmente, perchè i ristori sono gestiti benissimo, perchè non puoi perdere la traccia nemmeno per un secondo, perchè anche nei punti che sarebbero pericolosi forse soltanto per un bambino piccolo c’è qualcuno che ti aiuta a non cadere.

Perchè partiamo puntali e senza intoppi, perchè le navette sono abbastanza grandi per tutti, perchè il deposito borse non lascia spazio a dubbi.

All’arrivo l’accoglienza Rigamonti Salumi mi riempie palato e narici di sapori e profumi che vengono da vicino. Con una predilezione verso la Bresaola di Angus, leggermente grassa e morbida come piace a me, mi ristoro le fibre muscolari con un booster a base di proteine e amminoacidi essenziali.

Nello zaino i nuovi Stick di bresaola della Valtellina IGP mi hanno accompagnata durante la gara “che non si sa mai che un languorino tra un ristoro e l’altro…”

Non credo che potrei essere vegetariana, ma me ne farò una ragione.

Per ora sto solo pensando ad iscrivermi alla 21km del 2018, perchè 12,5 sono pochi e passano decisamente troppo in fretta!

Articolo scritto in collaborazione con Rigamonti Salumificio

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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