Aosta-Becca di Nona. Ci proviamo?

Quando ero una bambina mia nonna, guardando le due montagne davanti a noi, due piramidi di roccia grigia con nevai candidi, mi diceva “quando ero ragazza ci andavo a piedi con mia sorella, andavamo a San Grato”.

Queste due montagne che sovrastano Aosta e forse sono le responsabili delle ombre del carattere dei Valdostani, sono da sempre una meta simbolica. Le guardi e sono lì, con i loro profili piramidali che sembrano il K2, qualsiasi cosa succeda sono lì. D’inverno bianche e pennellate dal vento che soffia via lo zucchero dalla punta, d’estate grigie come mausolei delle anime del passato.

La Becca di Nona e il Mont Emilius.

Per 18 anni ho aperto la finestra e loro erano lì.

Da Aosta sembrano gemelle. Dal vero cambiano 500 metri di dislivello. La Becca di Nona è la più vicina e la più piccina.

Solo che da quaggiù sembra inarrivabile come un Dio pagano.

Il sogno, il nostro sogno: andare in vetta, a trovare la Madonna della cima.

Da lassù si vede la piazza centrale di Aosta, dalla Piazza vedi la Madonna.

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Quando ero una ragazza pensavo con incredulità a quei matti che partivano dalla Piazza e correvano fin lassù. Bruno, l’atleta che vedevi al telegiornale salire come se fosse semplice. Bruno, che tra di noi ci dicevamo avesse una dieta da 4mila calorie al giorno.

Poi in cima ci è andato anche Kilian.E tutto è cambiato un po’.

Fino al giorno in cui la gara degli Aostani non c’è stata più. Avevo scritto un articolo di lutto (leggilo qui) perchè anche se non avevo mai pensato di correrla, mi sentivo privata di una tradizione.

L’Aosta-Becca di Nona è la nostra gara, quella dove vedi arrivare i “nostri uomini in cima”. E poi anche le “nostre donne”.

E’ così che questa storica gara di 2500 metri D+ nello spazio di 13 km torna alla vita nel 2016.

C’è stato qualcuno che non ha voluto lasciare la tradizione e l’ha riportata in auge.

Come posso dirle di no?

Mi sento chiamata a rendere onore a questa gara, durissima. Una salita continua fino in vetta. Da basso fin su in cima.

Sapete bene quanto non sia il mio mondo il trail, ma inizio a capire perchè è amato. Dentro un trail sono nascosti tanti sogni, tanti simboli. “Salire” fin su in cima. Arrivare al tuo traguardo, lasciarlo indietro e scendere. Percorrere le tradizioni, passare i limiti, viaggiare nella fatica.

Il 17 luglio sarò lì e ci andrò per la mia terra, per quella montagna che ha accompagnato le albe mie, e di mia nonna, ci andrò pensando alle processioni a San Grato di quelle due ragazze negli anni ’40 che andavano su senza pensare a farne una gara.

Oltre a far rinascere l’Aosta-Becca di Nona, l’organizzazione ha inserito delle novità che la fanno diventare un evento per tutti.

Innanzitutto i percorsi saranno due: la classica salita in vetta (decurtata della discesa per mia fortuna): 13 km con 2600 m D+, e la distanza corta, da Aosta a Comboè, 9km con 1600 D+ .

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E poi un “Traguardo Volante” dopo poco più di un chilometro, appena prima che inizi la salita.

Cos’è un Traguardo Volante? E’ una linea immaginaria posta alla fine del piano di avvicinamento che andrà a premiare il primo uomo e la prima donna che lo tagliano.

Quindi, se siete, come me, dei runners da asfalto, potete provare a correre il primo kma tutta birra… Se arrivate lì per primi sarete premiati!

Poi però dovete arrivare in cima, altrimenti non vale!

Ultima novità, per la prima volta NEL MONDO del trail, avrete a disposizione dei pacer!

Difficile essere matematici su un trail, ma cercheranno di farvi chiudere la gara in 3h, 3h30 e 4h.

Fino al 30 giugno iscrizione a 20 €!

Io accetto la sfida. Chi viene a vedermi commuovere in cima – sempre che ci arrivi?

Vi aspettiamo.

Su www.beccadinona.it e Pagina Facebook

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RunningCharlotte
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Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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