Io non sono una maratoneta.

Inizio questo articolo così: no, IO NON SONO UNA MARATONETA.

Allora, facciamo una piccola introduzione e partiamo da una domanda: che differenza c’è tra Valeria Straneo e me?

Siamo due donne, corriamo entrambe, lei è bionda e magra, io mora e morbida.

Lei è un po’ più alta, io un po’ più bassa.

Come mi ha insegnato il mitico Giorgio Garello di Asics, lei appoggia di tallone. Io anche.

Lei ha qualche anno più di me.

Lei è una maratoneta.

Ed io?

Io non lo so.

Una persona mi ha detto una volta che per dire che sei maratoneta devi scendere sotto ad un certo tempo (nello specifico 3h).

Non lo so, non credo sia una questione di tempo.

La magia sta nelle differenze, soprattutto quelle che non si vedono.

Io, un giorno, non tanto tempo fa, ho fatto di me una persona che “lavora” per la corsa.

Io in realtà vivo per la corsa. Vivo in un mondo misurato in ripetute e velocità. Mi scopro affascinata, alle volte soggiogata, da chi ha storie di vittorie da raccontarmi.

Guardare negli occhi Stefano Baldini, quando riguardi più e più volte il video della sua vittoria ad Atene, beh… è per questo che vivo.

Alle volte mi penso un po’ vacua al vivere per un atto sportivo, ma mi rende felice, mi appassiona seguire questo mondo.

Ma non sono una maratoneta.

Sono una che un paio di volte all’anno si trova alo start di una maratona, che corre per 42 km con il sogno negli occhi e la passione nel cuore.

Mentre Valeria corre e vince, alle volte, io corro e so di non vincere.

Ma la passione è più forte.

42km di pensieri, di vita, di passione, di fatica.

Sapendo che in ogni caso non vincerò.

Questo non farà di me una maratoneta. Farà di me un’amante, un’innamorata, una donna che vive di questa passione, che ogni passo che mette davanti all’altro lo mette per amore.

Io non sono una maratoneta, sono una fedele innamorata della maratona.

Valeria è una maratoneta, io no. Lei ci mette 2h23, io un’ora in più. Lei è forte, io no. Lei vince, io no.

Ma lei ama e io anche. Lei suda e io anche. Lei ama la fatica e io anche.

E questa è la maratona.

Dedicato a tutti i “non maratoneti” come me.

 

 

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Showing 2 comments
  • ari
    Rispondi

    io, invece, sono una Maratoneta, volutamente con la M. Anche se ci sono Atlete come Valeria, alte e magre, mentre io non supero il metro e mezzo ed ho una decina di chili in eccesso, anche se Atlete come Valeria hanno un personale di 2h 23′ ed io di 4h 30′, così come loro, anch’io taglio il traguardo, anch’io porto con orgoglio e soddisfazione una medaglia al collo, anche se solo di partecipazione, perchè anch’io c’ero. Ed insieme a me, tutto quello splendido spaccato di umanità che conserva fiato per chiaccherare, ridere e scherzare, anche con i crampi. E non solo, la splendida Valeria può a ragione definirsi Maratoneta olimpionica, io che mi alleno tra le 5.30 e le 7.00 del mattino, estate inverno che sia, e che dopo una rapida doccia porto i figlia a scuola e fuggo al lavoro, mi definisco una Maratoneta bionica. E per fortuna il mondo è pieno di Maratonete bioniche.
    Ari

    • admin
      Rispondi

      Ciao Ari! Vedi, la mia è una provocazione, perchè non amo definirmi. Non mi sento una Maratoneta, nè con la M maiuscola, nè con la M minuscola. Mi sento una persona che ama correre, tanto, che arriva al fondo degli obiettivi, che siano una maratona o una serata con gli amici. Mi piace pensare di essere libera da definizioni. Ma ognuno deve sentirsi ciò che vuole. Di sicuro non è il tempo. Io mi sento una bella persona, questo sì! Un abbraccio stretto e continua a correre, sei super!

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