Le isole della probabilità. Running nel Marchesato.

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In Macedonia

io

C’era un tempo molto lontano, un tempo in cui credevo che la vita fosse una linea da seguire.

Un tempo fatto di ingenue speranze nel domani, un tempo che non guarda l’oggi.

Oggi ho corso, come cento altre volte, senonchè era una gara. E come altre cento volte con le cuffie nelle orecchie ho trovato, finalmente quell’angolo di solitudine da dedicare a me (non si corre una gara con le cuffie, il regolamento non lo permette. Se mai l’avessi vinta mi avrebbero squalificata. pace…).

E ho pensato. Come cento altre volte.

Ho pensato a quello che un giorno di un tempo passato un mio amico mi disse. Esistono delle “Isole di probabilità”.

E’ un concetto ovvio, ma non scontato.

 

Se lo leggi superficialmente lo immagini scontato, ma se ci pensi per un 1h38 minuti di corsa, la verità ti sembra più lucida. I tuoi occhi la vedono, vedono il concetto alla base del Tutto.

Ovvio, forse banale, ma vero.

Noi viviamo all’interno di isole, di bolle. Quello che ci accade, ciò che facciamo è sicuramente frutto di una nostra decisione, ma è più frutto del Caso, del ritrovarsi insieme di mille condizioni, tra loro impercettibili e rare, profonde e sottili.

Io sono qui oggi e sto correndo, ad una velocità che il mio GPS segna di 4minuti e 41 secondi al km (doveva essere leggermente inferiore, ma tant pis), perchè tante cose sono successe per far sì che io sia qui. Certo che ho deciso io di esserci, ma il mondo intorno a me ha reso possibile questa mia azione.

Sul momento, quando era il tempo delle cose da rivelare, quando ho ascoltato questa teoria, mi era parsa scontata, banale. Certo che le nostre azioni sono il prodotto dell’ambiente circostante…

Eppure ora rifletto, ho riflettuto, e ho visto che il mio arrivo, qui, ora, hic et nunc, è il frutto di una marea di dettagli che come un’onda mi hanno portata qui, ora.

Il momento dell’OGGI. Il resto è passato.

E la cosa più bella e meravigliosa, è che nessuno avrebbe potuto prevederlo, nemmeno io.

Come avrei potuto dire dieci anni fa, che mi sarei ritrovata oggi, sul traguardo della Mezza Maratona del Marchesato (Saluzzo) a 1h38 minuti senza nemmeno esserne sorpresa, considerandolo “normale”?

Questo ci rende umani, e soprattutto, insegna che la vita è fatta di azioni, reazioni, ma soprattutto, dettagli. Quel dettaglio di cui solo i puri si rendono conto, può cambiare le cose… E’ perciò, credo, che amo così tanto le persone che sanno vedere il dettaglio e non solo l’insieme.

La corsa fa anche questo, mi rende ancora più contorta di quello che ero già.

…E dire che per molti, correre è un gesto scontato, un gesto banale 😉

Love Run

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