Di Magraid si campa 100 km: iniziamo a pensare al training

“Cento cento cento…”

Mi ricorda Iva Zanicchi e la Ruota della Fortuna, quei pomeriggi anni ’90 seduta sul tavolo della cucina a dieci centimetri dalla tv (14 pollici) e l’odore del divano in pelle della nonna.

Insomma, niente di più lontano dai Magredi.

Io e Roberto Nava (di Run Like Never Before, mica pizza e fichi, nè prosciutto e funghi) abbiamo detto sì ai Magredi qualche tempo fa e siamo andati ad incontrare Paola Mariotti (vincitrice di 3 edizioni del Magraid, 100km a tappe in Friuli) e Piero Toffoli, ultra-mega-super-trailer delle montagne.

Ci siamo andati con la troupe di Sky Icarus che ci seguirà lungo tutto il percorso, per condividere con voi la nostra avventura

Potete leggere qui di cosa si tratta oppure guardare il video uscito su Sky Icarus, qui sotto.

Oppure leggere queste poche parole.

Come ci si prepara per una 100km così dura? L’ho chiesto a Paola e Paola, donna incredibilmente umile, non solo forte, la prende con calma.

Mi dà qualche consiglio che ritengo fondamentale, soprattutto per una che macina asfalto come me:
  • esercitare caviglie e legamenti: 100 km su fondo sconnesso non sono da ridere se le caviglie sono deboli. L’ideale è usare una tavoletta propriocettiva ed esercitarsi tutti i giorni
  • bere: non dare per scontato che siccome siamo in natura, allora non faccia caldo. I Magredi sono considerati steppa. Il caldo arriva ad essere letale e spesso il vento lo rende più facile da tollerare per la pelle, ma si perdono liquidi a go-go per cui bere sempre
  • proteggersi: i magredi sono letti di fiumi interrati e i sassi sono chiarissimi. Il riverbero del sole può essere letale. Coprirsi con indumenti corretti e proteggersi con creme solari è d’obbligo
  • allenarsi nei lunghi: la tappa centrale è di 55km. E’ vero che non si corre a bomba, ma sono pur sempre 55 km, da correre dopo una tappa da 20 e prima di una da 25 km. Inserite allenamenti lunghi e provate anche il doppio. Il corpo deve essere abituato a gestire lunghi periodi di fatica
  • staccare la spina: una 100km è un viaggio dentro di sè e dentro la natura. Non pensate al tempo, non avvilitevi, pensate a quanto è bello quello che vi circonda, senza ansie, senza restrizioni.

E alla fine… un bel bicchiere di bianco autoctono, dell’azienda agricola I Magredi di Tombacco

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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