Polar Verity Sense, quando la fascia cardio si fa da braccio

Premetto che io sono una fan degli allenamenti fatti monitorando la frequenza cardiaca (leggi qui come allenarti con la frequenza cardiaca). Se negli atleti professionisti – che pur monitorano la loro fc – è la prestazione a fare da test, negli amatori è assolutamente impossibile stabilire a priori le giuste velocità di allenamento e ancor più immotivato sarebbe fissare degli obiettivi puramente cronometrici.

A seconda dei periodi della vita, della fisiologia di ognuno, dell’età e di moltissimi altri parametri soggettivi, la velocità assoluta cambia.

Il miglior indicatore facilmente rilevabile da tutti, anche in autonomia, per monitorare lo stato di forma è certamente la frequenza cardiaca.

Come misurare la frequenza cardiaca

Per misurare la frequenza cardiaca ci sono diversi modi: la fascia toracica, grande classico che ad oggi risulta ancora lo strumento più affidabile, il sensore da polso di cui sono dotati tutti gli orologi GPS da qualche anno o la più medica tecnica del computo manuale delle pulsazioni.

Escludendo quest’ultimo, che non può avvenire in tempo reale, parliamo degli altri due.

La fascia toracica è solitamente uno strumento preciso che rileva le pulsazioni cardiache direttamente dal cuore tramite sensori posizionati sul torace. Efficace e affidabile, ha come minus quello di essere talvolta scomoda, soprattutto in determinate situazioni.

Il cardio a polso invece misura le pulsazioni tramite la rilevazione sui vasi sanguigni del polso grazie a 4 o più led posizionati nell’interno della cassa dell’orologio. Questa metodica, pur essendo migliorata con gli anni, lascia il tempo che trova. Innanzitutto perché rileva il battito con un certo ritardo rispetto a quello cardiaco. In secondo luogo – motivo ben più importante – perché il margine di errore è molto alto.

Gli spostamenti dell’orologio sul polso, anche quando il cinturino è ben stretto, la presenza di nei, macchie della pelle o peli che intralciano la misurazione. Il sudore che si forma con il caldo tra orologio e polso. Il freddo che fa appannare il sensore. E, come avviene per me, il passo che quando si fa più pesante come in discesa, altera a causa delle vibrazioni della massa corporea la misurazione. Io ad esempio non lo uso più da quando nei percorsi in montagna ho pulsazioni normali in salita, mentre in discesa sempre a 180 bpm, proprio perché al posto della fc rileva la cadenza.

La frequenza cardiaca in gravidanza

Come già accennavo in un articolo qualche settimana fa, la frequenza cardiaca in gravidanza può risultare alterata rispetto alla norma (leggi qui il mio articolo sulla fc in gravidanza).

Proprio per questo è bene tenere sotto controllo i valori del cuore, in modo da comprendere come eventualmente modificare le zone di allenamento. E anche per evitare di esagerare, cosa più semplice in periodi diciamo “anomali” come questo. Per questo ho sempre indossato la fascia toracica.

Negli ultimi due mesi – quinto e sesto di gravidanza – tuttavia iniziavo a riscontrare anomalie che andavano oltre a quelle fisiologiche. All’aumentare infatti dell’intensità del lavoro, al posto di avere battiti che si spostavano in Z3, i battiti rilevati dalla mia fascia toracica rimanevano intorno ai 140.

In pratica, facciamo l’esempio di un allenamento tipo con 4km lenti di riscaldamento e 3 variazioni da 2km al medio (z3). Se nel lento la mia fc era tra i 135 e i 140 bpm, nelle variazioni, non estreme ma comunque con respirazione più impegnata, i battiti potevano arrivare a 145 bpm.

La spiegazione era molto semplice: la fascia toracica, al crescere del volume della pancia e con il nuovo posizionamento del bambino che al quinto mese va anche oltre la linea dell’ombelico, misurava in parte i miei battiti, in parte i battiti del bambino, che ovviamente non subiscono particolari variazioni e che a questa età gestazionale sono appunto intorno alle 140.

Polar Verity Sense, la fascia cardio da braccio

verity sense

La soluzione è venuta da Polar, che a febbraio ha lanciato sul mercato una nuovissima fascia cardio da indossare al braccio, la Polar Verity Sense, con un sensore di ultima generazione. Il sensore, un piccolo pod leggerissimo, si può montare sulla fascia elastica da posizionare sotto la spalla o sull’avambraccio. Oppure, in dotazione si ha anche il supporto da nuoto, che permette di montare il pod sull’elastico degli occhialini all’altezza della tempia.

Io l’ho testato ovviamente solo a braccio vista la chiusura delle piscine.

Il test del Polar Verity Sense

Ho testato il Polar Verity Sense sia posizionandolo sul braccio sia sull’avambraccio, sul braccio destro e sinistro.

La posizione con la maggiore precisione si ha a mio avviso sul braccio destro, dove la rilevazione è praticamente in tempo reale.

verity sense

La rilevazione è estremamente accurata e ha pochissime oscillazioni. Rispetto al cardio da polso non ci sono paragoni. Immagino che questo avvenga anche perché il tessuto morbido del braccio tiene fermo il sensore e perché se viene messo a ridosso della spalla rimane molto vicino al baricentro del corpo.

Rispetto ad una fascia cardio non ha la rilevazione delle dinamiche di corsa, che vengono però date in maniera abbastanza accurata dagli orologi Polar.

Il pod si ricarica tramite USB e ha una durata dichiarata di 20 ore di esercizio.

Si può impostare la rilevazione cardio in tre modalità:

  1. acqua
  2. cardio con trasmissione a orologio
  3. rilevazione con registrazione su memoria interna

Infatti si può usare il Verity Sense anche senza indossare uno strumento di rilevazione (app, orologio, computer). Il pod immagazzinerà le informazione per salvarle direttamente sull’app PolarFlow successivamente.

Per chi è adatto il Verity Sense:

Per tutti coloro che trovano fastidiosa la fascia toracica, per chi pratica diverse discipline sportive e vuole un unico strumento facilmente adattabile, per i nuotatori che non usano l’orologio in vasca e per chi usa diversi dispositivi tra computer, telefono e orologio.

verity sense nuoto

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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