USA vs Italy: ad ognuno il suo runner

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In Macedonia

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Eccomi ad una tematica “interessante”. Sabato ho passato un po’ di tempo a rilassarmi leggendo una delle tante riviste di running che popolano casa mia. Prima ho eltto una rivista tipicamente italiana, poi mi sono imbattuta in una rivista francese. Avete mai pensato che l’idea di running potesse cambiare così tanto a seconda del luogo? Addirittura la grafica delle riviste cambia. cambia l’approccio, cambia la mentalità, cambia l’abbigliamento… l’unica cosa che non cambia è la corsa: da un certo punto di vista si corre sempre, no? La differenza più eclatante la si vede tra la realtà a noi più vicina, quella italiana, e la virtuale “antagonista” statunitense

  Ho notato l’abisso proprio osservando la foto di uno dei runner italiani più incredibili della storia delle lunghe distanze, 9 volte vincitore della 100km del passatore, Giorgio Calcaterra. Eccovi le mie impressioni

Il maratoneta e runner di lunga distanza:

L’Italia schiera ai nastri di partenza il suo cavallo vincente, quello che è arrivato alla maratona di Roma senza allenamento e ha chiuso in 2h50 tutto deluso (…), Giorgio Calcaterra, classe 1972, peso: credo sui 58/60 kg, abbigliamento: canotta, calzoncino e scarpe. Cappello con visiera di giorno che il sole fa male agli occhi. Barba un po’ lunga, gamba asciutta un po’ pelosa, sorriso irregolare. Di fianco a lui lo Statunitense ultra-runner Dean Karnazes, 10 anni in più di Calcaterra, tempo sulla maratona intorno alle 3h, ma anche meno se non ne corresse 50 in fila, una al giorno. Fisico statuario, muscolo guizzante, pelle abbronzata: il ritratto della salute Americana, un sorriso perfetto in un viso perfetto.

calcaterra   Dean-Karnazes

La trail-runner femmine:

Premetto che per me le donne che praticano trail sono tutte dei miti, ma ne ho uno tutto all’italiana che è in cima alla mia TOP TEN: Francesca Canepa, 2 volte vincitrice del Tor des Geants, Valdostana d’adozione, una donna “con 2 palle così” si direbbe. Eccola alla linea di partenza del mio immaginario contesta intercontinentale: occhiali da vista, bandana Vibram, grinta da vendere e dei muscoli d’acciaio. Magra, minuta, modesta, sorridente,. Uno scricciolino alla conquista delle montagne. In un’intervista ha dichiarato che mentre corre sta attenta a non pestare nemmeno le formiche… come non rispettare una creatura così? Di fianco a lei, l’atleta americana delle ultime gare di trail (non Emelie la fidanzata di Kilian): Stevie Kremer, USA. Team Salomon: completo bianco e azzurro con gonna Salomon e orecchini con le perle (!!!), scarpe in tinta. Morde il terreno con i piedi mentre sorride con denti d’avorio.

canepa Stevie-Kremer.-©-DROZ-PHOTO_15221

Il trail runner uomo:

Qui è bellissimo guardare la differenza, anche se forse gli atleti più diversi da noi sono proprio i francesi. Ultra Trail du Mont Blanc: un signore secco secco si avvicina alla partenza. E’ anziano, magro, alto e corre strano. E’ italiano. Si chiama Marco, Marco Olmo e viene da vicino a Limone Piemonte. Di mestiere lavorava nella cave. Predilige le corse nel deserto, ma questa volta ci prova e vince (2 volte). In 21 h 06 minuti. Vicino a lui eccolo, Anton Krupicka, l’americano: alto come Marco, magro come Marco. Corre a torso nudo, senza zaino, solo dei minuscoli shorts e i suoi lunghi capelli biondi: un surfista prestato ai monti. Un grande campione, un runner incredibile, ma così diverso dal mito piemontese che come integratore mangia farina di castagne… Ha corso un solo UTMB, quello del 2013. Ritirato per infortunio. Forse che la farina di castagne fa bene?

Marco_Olmo 18.09.2013_anton krupicka_f_org UTMB

Ci sarebbero molti altri esempi per raccontarvi che la corsa è una questione anche sociale, di atteggiamento verso l’atto, di sfida con se stessi. Per mostrare quanto è importante amare quello che si fa, indipendentemente dai muscoli che si hanno, indipendentemente dalle caratteristiche fisiche. Devo comunque spezzare una lancia in favore dei nostri: i nostri modelli sono sani, sono persone normali, sono persone da amare. Non ho volutamente citato Valeria Straneo perchè su di lei ho già scritto molto, ma anche lei fa parte del nostro modo, tutto italiano, di vedere il running. Niente da dire contro tutti gli altri, ma, forse non saremo belli e muscolosi quanto gli altri, ma ci mettiamo l’anima.

Questi sono i modelli che mi ispirano: la gente normale che ci mette la passione.

Thank you runners.

(ph. credits: Wikipedia, giorgiocalcaterra.com, anthonycolpo.com, montagna.tv, droz-photo.com, runningpassion.lastampa.it, www.corredordemontana.com)

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