Vivicittà con nonna e ritorno

La domenica dopo la maratona è VACANZA.

Cioè è vacanza da qualsiasi pettorale, numero, cronometro, sparo, traguardo. Vacanza da una vita (di corsa).

E io ho deciso di passare la vacanza così.

Con lei. Con la nonna.

Lei ha 91 anni, lei è tutto quello che non sono io: morigerata, posata, dolce, di poche pretese, allegra. mentre io sono arrabbiata, mai contenta e malmostosa.

Ma io e Lei siamo una bella coppia.

Siete mai entrati in un centro per anziani? Lei è lì da anni e, per quanto si possa, è un luogo sereno. E’ un luogo che accarezza la morte gentilmente, una prigione dove i corpi rimangono e le menti evaporano, una “casa” rallegrata dalle voci di chi ce la mette tutta per cancellare l’odore della pelle troppo rugosa, dei medicinali indispensabili, delle minestre frullate e dell’adesivo per dentiere.

Siamo così quando invecchiamo, decadiamo.

Lei non decade, evapora, lieve, nel suo essere sempre e comunque delicata, gentile, dolce. Lei che si auto-regala bouquet fatti di foglie di geranio strappate dai vasi, lei che accudisce la bambola di pezza per travasare un po’ di quell’amore che per tutta la vita ha dato e ora per abitudine continua a voler dare.

Oggi, con Lei, con la Nonna, siamo uscite e abbiamo per-corso i pochi chilometri di Vicicittà, la nostra città, quell’Aosta che Lei non vedeva da anni, un’Aosta sotto un cielo blu-blu-blu.

Siamo in tanti, ognuno con il “suo” anziano da portare sulla carrozzina. Giovanna canta Ave Marie intervallate da brani “pop” anni ’50, dietro i suoi occhialoni scuri. Vincenzo guarda dall’alto del suoi novant’anni ogni ragazza che passa, chi ha il respiratore, chi vorrebbe camminare.

Passiamo dal centro storico, dove un ragazzo bellissimo suona la chitarra e canta “Hotel California” a questi venti anziani. Lei muove i piedi al ritmo di queste parole che non capisce, ma la musica non ha lingua e non ha età.

Mai corsa fu più lenta, acciaccata, inventata, e mai corsa fù più bella.

Siamo così simili in fondo, io e lei, solo che Lei ha scoperto il segreto di lasciare che la mente riposi serena, mentre a me capita solo correndo.

Mai vacanza fù più serena.

Quaranta chili di donna che beve avidamente succo di frutta, che è dolce e va giù facile. La carrozzina traballa e Lei di conseguenza. Guarda la sua città, ma in fondo la mente è già al ritorno e al pranzo domenicale (rigorosamente frullato).

Ritornando non vuole rendermi gli occhiali che le ho prestato. Sta bene in effetti con i miei occhiali da gara e poi, in fondo, ha appena corso una gara, no?

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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