Camembert a colazione: RunningCharlotte in Paris

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La sensazione di camminare in Paris è quella di camminare in un film. Anche se vorresti tanto farlo, a correre hai talmente tante immagini che ti passano negli occhi che è come correre immerso in una macchina del tempo.
L’aria ti entra dentro più leggera e le pupille si dilatano. La luce è diversa, rosa, meglio, color salmone, come le pareti di una vecchia casa dai muri spessi e storti.
La sera è lunga e la mattina arriva in fretta, accorciando le distanze tra giorno e notte.

Orizzonte ampio.

Strade attraversate dalla storia di mille piedi che le hanno camminate.

Forse è uno dei pochi luoghi dove correre è totalmente superfluo.
In Paris sei sospeso in una realtà parallela, che profuma di mughetto e cipria. Glicine e fiori di vite.
Troppi stimoli per correrla, troppo dense le immagini che lascia negli occhi per vederle di fretta.
Forse Parigi può essere solo ballata.

Musica di sottofondo: Milord e la voce di Edith.
Personaggi, due: Colette che fuma in un salotto, Bel Ami che balla in una balera con Madame de Marelle, in uno scorcio fulgido di libertà rubata.

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