La paura fa ’90: dalla Stralugano with Love

Mancano 4 giorni alla 21 km che chiuderà la mia stagione di corse su strada per lasciare spazio al nuovo Progetto Verticale (leggi qui): la StraLugano è lì che mi aspetta.

Una gara che è nata come “the latest effort” di una stagione dedicata principalmente alla Milano Marathon.

La StraLugano è perfetta come ultimo sprint in quanto è una mezza maratona dalle caratteristiche estremamente veloci: percorso piatto e tutto su asfalto, clima temperato, tifo sfegatato e pacer da 1h24’24”, 1h30′, 1h35′, 1h40′, fino alle 2 ore.

Se avete seguito la sfida tra me e Robi Nava sapete anche che sul piatto abbiamo messo un numero importante, il 90.

90 sono i minuti che volevamo metterci a chiudere questa 21 km, 1h30′ insomma.

(leggi qui tutte le puntate della sfida)

Purtroppo Robi mi lascerà sola a causa di un infortunio e quindi, domandandomi chi potesse “sostituirlo” come spalla, ho puntato in alto. Molto in alto.

In altissimo. Anche perchè devo trovare la motivazione per raggiungere questi 90 minuti senza Robi…

Da Milano, ho guardato verso le mie montagne e ho scoperto lui, il “nostro” maratoneta nazionale (per noi Valdostani René è già sull’olimpo)

René Cuneaz

(ph. http://renecuneaz.altervista.org/ )

Valdostano fino in fondo, classe 1988 – pure giovane – e maratoneta da 2h15′, oltre che avere dei risultati strepitosi sulle altre distanze:

29’47” sui 10000

1h05’45” sulla Mezza Maratona

Anche se proprio quel risultato sulla Mezza è datato di tre anni, quindi mi piacerebbe che a questa StraLugano portasse onore alla nostra Valle 😉

Che “partner” migliore scegliere se non René?

Allora, la verità è che lui non lo sa ancora.

Ma conto che tra di noi ci sarà da subito grande feeling 😉

Perchè amare questo atleta?

So che alcuni di voi non lo conoscono, perchè ad oggi non ha (ancora) vinto un’Olimpiade, nè un Mondiale, nè un Europeo, ma d’altronde René ha 29 anni e una storia atletica singolare.

Da bravo valdostano, fa iniziare la sua vita atletica con lo sci (di fondo). Solo più avanti passa alla corsa, alla pista, poi alle campestri e oggi alle lunghe distanze su strada, facendo molto ben sperare.

 Guarda qui il servizio a lui dedicato sul TG regionale:



A parte che io ho una predilezione per i miei “compaesani”, René, come d’altronde Xavier Chevrier, Catherine Bertone, Francesca Canepa, Bruno Brunod, è un montagnino.

Questo sangue puro e onesto come una roccia di granito, questa predisposizione al sacrificio e alla fatica, questa aria leggera e scanzonata, un lavoro in acciaieria che stancherebbe anche i più forti, la voglia di mettercela tutta, fanno di questi atleti dei miti.

E sabato sera avrò l’onore di incontrarlo.

So che Il Nava un po’ ci rimarrà male, ma da Milano alla Vallée il salto è stato facile 😉

Dai che si corre!


parentesi: Robi è infortunato, ma sono cose che capitano a chi corre molto e non ha più l’età dei 18 anni. Non è grave, non è per sempre e non è una scusa. Semplicemente succede. 

Bisogna avere l’accortezza di FERMARSI, come ha fatto lui. Di rinunciare magari a questa gara per poterne poi correre altre infinite più avanti.

Quindi, caro Robi, riposati, perchè appena esci da quest’infortunio, non vedo l’ora che la sfida ricominci.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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