Metti un giorno un BITE per correre, poi mi dirai…

Il giorno che Giorgia mi ha parlato di Bite Sportivo non ho compreso tutto. Sarà che stavamo correndo ed erano le 6 del mattino, sarà che non ho mai troppo amato parlare di tutto ciò che riguarda i denti. O semplicemente sarà che questa è una pratica decisamente innovativa.

Giorgia (dottoressa Giorgia Gallesio) lavora presso il poliambulatorio SIOM di Torino, un ambulatorio medico che si occupa di odontoiatria, ma anche di servizi poliambulatoristici, come dentosofia, medicina estetica, postura e ortodopedia, nutrizione, cardiologia.

Ho spesso sentito parlare di “bite” e di “bruxismo”. Avete presente quella fastidiosa pratica di digrignare i denti che alcuni di noi attuano in diverse situazioni? Chi di notte, chi sotto stress, chi praticando sport.

Del bite sapevo che se ne trovano alcuni modelli in farmacia e che si porta di notte, ma quello che mi ha interessato di più è stato quando si è aggiunto al temine “bite” l’aggettivo “sportivo”.

Il bite sportivo

E’ questo un bite da indossare di giorno in associazione all’attività sportiva, che non è solo un paradenti (come si usa negli sport di impatto, per capirci) ma un vero e proprio bite gnato-posturale.

È ormai noto come l’occlusione dentale svolga un ruolo importante sulla postura del corpo; una malocclusione può effettivamente ripercuotersi in senso “discendente” sull’atteggiamento posturale. Queste ripercussioni si traducono in alterazione nella distribuzione dei carichi e quindi del baricentro di equilibrio del nostro corpo.

I bite posturali, se costruiti correttamente, si inseriscono per correggere le problematiche di occlusione e in questo modo sono utili per bilanciare la postura: infatti eliminando i contatti anomali dentali vanno a garantire un rilassamento della muscolatura facciale che conseguentemente si riflette positivamente su tutto il corpo. In questo modo, permette ai nostri muscoli di lavorare in modo equilibrato e sinergico cooperando a rendere efficiente la prestazione della macchina-uomo.

Come viene costruito il mio bite su misura

Mi interessa moltissimo capire come può interagire un bite sulla mia corsa e soprattutto sulla mia postura, anche perchè, a giudicare dalle mie mandibole “forti” Giorgia pensa ad una mia tendenza a serrarle frequentemente.

Dopo una visita con la dottoressa Gallesio, mi viene presentato Alberto Negroni, Tecnico di Posturometria.

Alberto, avvalendosi di una piattaforma che misura la pressione del mio corpo e il mio bilanciamento, sia in fase statica sia in fase di corsa, crea su misura per me un bite in resina che, rliassando la mia occlusione, riallinea la mia postura e rilassa i miei muscoli, rimettendomi in equilibrio.

Ogni Bite è personalizzato e il mio è Fuxia. Una bellezza. Pensate cosa pensa la gente che mi vede correre quando sorrido ah ah ah!

Come e quando usarlo e gli effetti:

Qui viene il difficile.

Usare un bite non è sempre semplice ed io, che di notte dormo storta e abbracciata a duecento cuscini in una specie di castello di morbidezze, all’inizio lo porto don difficoltà, soprattutto per dormire.

Su consiglio di Alberto inizio lentamente portandolo quando scrivo al computer (ad esempio ora mentre scrivo questo articolo).

Aumento gradualmente le occasioni per portarlo: in auto quando guido (e normalmente sono tesissima), mentre faccio ginnastica, ora anche mentre dormo.

Nessuno di noi è consapevole di quanto serra la mandibola, e nemmeno della tensione che scarica sui muscoli di viso e collo, per cui i benefici del bite non si sentono subito.

Oggi, dopo quattro mesi  in cui gradualmente ho insegnato al mio corpo a fare amicizia con questo strumento, inizio a percepirne gli effetti:

La notte spesso mi sveglio per indossarlo: sento il bisogno di rilassare i muscoli del cranio e del collo. Se lo porto tutta la notte, la mattina mi alzo elastica, rilassata e vi dirò anche che secondo il mio FitBit Ionic (leggi qui recensione) le notti che indosso il bite il riposo è migliore.

Durante l’attività sportiva ancora fatico, ma indossando il Bite la falcata migliora, la spinta di anche e bacino è più fluida.

Dovrei ancora provare ad indossarlo in gara, quando la tensione è massima. Spesso alla fine delle competizioni il collo e il viso sono contratti e affaticati.

Domenica testerò.

Quello che è abbastanza palese è che il bite permette di correggere tensioni altrimenti poco evidenti a livello di viso collo e vertebre cervicali.

Di per sè questo sarebbe sufficiente a far scegliere questo dispositivo. Ma aggiungo che la postura generale ne guadagna, forse più che utilizzando dei plantari.

La postura umana infatti, più che dai piedi, parte dalla testa. Correggere solo i piedi sarebbe come “mettere un taccone” sotto alla gamba del tavolo quando il problema è nel pavimento.

 PER INFORMAZIONI POTETE CONTATTARE IL CENTRO SIOM http://siom.torino.it/

Il centro è convenzionato con unisalute, previmedical, fisdaf, prontocare, fondoest ecc. ed il solo a Torino ad avere la “CERTIFICAZIONE DI Qualità UNI EN ISO 9001:2015”

Prenotate una visita gratuita e senza impegno per fare o meno il bite, che va valutato in base alla problematica di ogni singolo paziente.

Dottoressa Giorgia Gallesio, Odontoiatra

Laureata in Odontoiatria e Protesi Dentaria nel 2008 presso l’Università degli Studi di Torino. Dal 2005 al 2008 Tesista Frequentatore SSCVD Chirurgia Stomatologica, reparto di Chirurgia Orale, Ospedale San Giovanni Battista di Torino; dal 2008 Frequentatore presso lo stesso reparto e presso il Servizio pazienti con Patologie sistemiche gravi e in attesa di trapianto d’organo. Dal 2010 al 2012 Consulente presso lo stesso reparto dove si è occupata principalmente di tutte le cure odontostomatologiche necessarie al raggiungimento dell’idoneità al trapianto d’organo dei pazienti con patologie sistemiche gravi in attesa di trapianto e delle terapie chirurgiche nei pazienti in cura con Bifosfonati e nei pazienti radiotrattati del distretto testa-collo. Socio ordinario SICOI, SIDP, SIDCO. Socio attivo ANTHEC. Co-autore di 6 capitoli del trattato “La Chirurgia Stomatologica Biologicamente Guidata”. Co-autore de “I fondamenti della chirurgia stomatologica biologicamente guidata. L’anatomia del cavo orale; le tecniche anestesiologiche”, del libro “Gli ultrasuoni in chirurgia odontoiatrica”, del testo multimediale “I concentrati piastrinici. Preparazione ed utilizzo clinico” e “Tecnica di estrazione dentaria. Vol 1”. Autrice di articoli scientifici riguardanti la chirurgia orale e l’Implantologia. Libero professionista, si occupa prevalentemente di chirurgia orale, parodontologia, implantologia tradizionale ed implantologia a carico immediato.

Alberto Negroni, Tecnico di Posturometria

Nato a Milano nel 1963, Alberto Negroni ha conseguito la maturità nel 1983 presso la Scuola per Odontotecnici Cesare Correnti di Milano. All’università di Siena, in seguito al corso triennale 2009-2012, consegue il titolo di “Tecnico di Posturometria “e successivamente in “alta specializzazione in Tecnico di Posturometria”.

Dal 2007 al 2011 frequenta il Reparto di Odontoiatria Sportiva e Gnatologia del Policlinico di Monza, sede di Verano – Città dello Sport, diretto dal Prof. Alessandro Nanussi.
Dal 2012 è frequentatore del Servizio di Odontoiatria Sportiva, Reparto Posturologia e Gnatologia della clinica odontoiatrica – Università Bicocca Ospedale San Gerardo, Monza, diretto dal Prof. Alessandro Nanussi.

Docente di Strumenti in ambito misurazione posturale in:
“Odontostomatologia Sportiva” al Corso di Laurea di Odontoiatria (a.a. 2012/2013).
“Prevenzione del Trauma Sportivo”al Corso di Laurea di Igiene Dentale (a.a. 2012/2013).
– “Misurazione strumentale in Osteopatia” al Master I livello Scuola di Osteopatia ICOM (a.a. 2012/2013).

Socio ordinario S.I.O.S. Società Italiana di Odontostomatologia dello Sport, socio A.I.T.P. Associazione Italiana Tecnici di Posturometria .

Dal 2013 è inoltre referente per la Silo Implant, Sistema Implantoprotesico.

Lavora presso SIOM dal 2014

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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