New Balance Fresh Foam 1080 v9, la recensione

Io, per la corsa su strada, ho una vera passione per le scarpe molto leggere e reattive, con drop basso e intersuola sottile.

In questo periodo di lunghe distanze, però, i miei piedi necessitano del massimo comfort, soprattutto nelle corse lente.

Avevo bisogno di una scarpa che assomigliasse l più possibile a quelle che fino a un po’ di tempo fa si chiamavano A3: ammortizzata, mediamente protettiva, morbida, resistente.

Una buona compagna di viaggio, insomma, una scarpa che non si spaventa con l’aumentare dei chilometri.

E per questo ho provato la

New Balance Fresh Foam 1080 v9

Ho testato questa scarpa su tutti i terreni direi, dalle scogliere di Malta, al nevischio invernale in città, dalla collina torinese alle strade ghiacciate di Aosta.

Ora che scrivo ha più di 300 km di storia, anche perchè così posso parlarvi della durata, cosa difficile nelle recensioni, che spesso vengono fatte dopo 40/60km di uso.

Guardiamole.

Solitamente parto dalla tomaia, ma in questo caso preferisco iniziare con al suola, che è la principale caratteristica, anche estetica, di questa scarpa. Il Fresh Foam di cui è composta l’intersuola è una schiuma estremamente morbida che si adatta alla forma del piede.

E’ prodotta in stampo unico e mono-mescola, intagliata al laser per togliere il peso superfluo.

La suola invece è un sottile strato esterno che protegge semplicemente il Fresh Foam.

Questo essere mono-materiale conferisce alla scarpa una semplicità estetica e una leggerezza che la caratterizzano.

Il drop di 8 mm e la dimensione – notevole – dell’intersuola, la rendono anche all’apparenza una scarpa decisamente molto ammortizzata.

La tomaia è in doppia mesh. L’apparenza è quindi quella di una scarpa molto robusta, pur non avendo apparenti cuciture. La punta è conformata e il profilo molto affusolato, aderente al piede, fasciante.

Quello che nella tomaia mi salta subito all’occhio è però la conchiglia sul tallone, che è ben imbottita, ma molto sottile, come una calza soffice. Questa è una tendenza che New Balance sta facendo sua, quella del “calzino” che abbraccia la caviglia, soprattutto nel trail con la Hierro, ma con molta influenza anche sui nuovi modelli da strada. E’ un dettaglio che rende le scarpe stabili, soprattutto secondo me nella donna, dove il piede ha tallone più stretto rispetto all’uomo.

Infiliamole.

Wow. Io le adotterei come ciabatte da casa. Il piede è millimetricamente avvolto dalla scarpa, come nella gommapiuma. Non so se questo sia un dettaglio positivo o negativo in assoluto, ma l’effetto è di comfort estremo.

La suola è morbidissima, l’effetto è rimbalzante, come una palla rimbalzante. La morbidezza è quasi paragonabile a quella di un’ammortizzazione in gel, ma il peso è dimezzato.

L’allacciatura fascia il collo del piede, che rimane ben fermo e stabile.

Ho solo una sensazione che non mi fa sentire perfetta: la suola così alta è comunque affusolata, quindi mi sento un po’ “sui tacchi”, leggermente instabile. Io non sono abituata a questo tipo di ammortizzazione alta, e ho il peso spostato in avanti, per cui prediligo intersuole più sottili e drop bassi, ma bisogna correrci per poter dire.

Corriamoci.

Premetto che le ho testate per circa 300km prima di scrivere questa recensione (ed è il motivo per cui ho fatto le foto a Francesca con le sue 1080, ancora poco usurate), per cui le ho messe alla prova.

La prima corsa è stata una corsetta al parco con il mio gruppo The Running Princess ad una velocità piuttosto lenta, che mi costringe ad una corsa statica e più seduta rispetto alla mia abituale e che quindi necessita di maggior ammortizzazione.

Le ho provate poi per una sessione di ripetute brevi e in una di ripetute lunghe sulla neve.

Sono state le mie compagne di viaggio a Malta, dove ho corso su qualsiasi fondo.

Ecco quindi le mie impressioni.

La corsa è morbida e ammortizzata come in pochi altri casi, ma rimane leggera e mediamente reattiva, qualità che la rendono perfetta anche per una corsa veloce e tecnicamente corretta come quella di Francesca.

Il comfort è eccezionale e, cosa che non mi aspettavo, anche la durata. Dopo 300km la scarpa è ancora in ottime condizioni (forse la tomaia bianca un po’ meno dopo i sentieri maltesi) e a mio avviso può tranquillamente arrivare al doppio, sapendo che io non sono un peso piuma.

Rispetto alla questione stabilità, la conchiglia sul tallone la rende stabile e avvolgente, così come l’allacciatura aderente. Come dicevo, confermo che io avrei allargato leggermente la suola per una maggiore superficie di contatto che la renderebbe perfetta anche per una leggera pronazione, ma forse meno reattiva.

Su sterrato può essere usata, ma per brevi tratti e senza difficoltà tecniche.

Sulla velocità risponde bene, rimanendo una scarpa che consiglierei per lunghi e medi, vista anche la sua buona durata.

Il grande pregio che ha questa scarpa è che è una scarpa molto versatile, una scarpa per tutti.

In un mercato molto specifico come quello di oggi, la New Balance 1080 v9 è una scarpa con una concezione che assomiglia alle scarpe di qualche tempo fa, ma dotata delle tecnologie più all’avanguardia. Fino ad un po’ di anni fa, infatti, si correva con un solo paio di scarpe, che usavamo per tutto: gara, collinare, lungo, ripetute. Oggi abbiamo imparato a differenziare.

Questo però significa essere molto esperti in scarpe, mentre esiste la necessità di una scarpa affidabile e universale, robusta e flessibile, leggera e durevole. 

Questa è la New Balance 1080 v9. Come un buon capospalla: senza tempo, perfetta in ogni occasione e sempre affidabile.

VOTI:

AMMORTIZZAZIONE: 10

PROTEZIONE: 8

REATTIVITÀ: 7

LEGGEREZZA: 7

COMFORT: 8

DURATA: 9

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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