4 Colli Monferrato, la storia di quando non ho potuto far a meno di correre

Io sono sempre stata del partito “meno gare e ben preparate”.

Per me, la gara di corsa assume una certa sacralità e mi piace avere la consapevolezza di arrivarci pronta, o almeno al meglio delle mie possibilità.

Purtroppo, invece, mi ritrovo in un periodo strano della mia “vita atletica”.

La lunga preparazione trail per la UTMB by Ushuaia mi ha provata. Modificare allenamenti e metodologie, “manda in tilt” il corpo. Per digerire l’allenamento super puntuale che Fulvio Massa e Simona Morbelli hanno messo a punto per prepararmi ad una Ultra in tre mesi mi ha mosso le pedine.

Riprendere è dura.

Mi trovo a essere meno rapida, il passo più corto, la resistenza aumentata e la velocità diminuita. Nelle gare, spesso, inizio a sentirmi meglio dopo la prima metà. E’ come se il mio corpo si fosse abituato ad andare a bassi giri senza ingolfarsi, tratto direi positivo in una ultra. Meno positivo quando nelle gare su strada dovresti dare tanto già dall’inizio.

Sto cercando di inserire dei lavori di velocità e di resistenza alla velocità nel piano di allenamento, con una alternanza di medi e ripetute brevi, ma riportare il mio motore su di giri è difficile.

Se poi aggiungiamo che il dolore all’inserzione dell’ischio si fa sentire, il quadro non è dei migliori.

Il mio cervello avrebbe detto: stai a casa! Non andare a farti del male all’autostima alla 4 Colli del Monferrato!

Fino all’ultimo speravo quasi di lavorare, per quella legge dell’alibi che guida molte (troppe) delle decisioni di noi podisti medi.

Quante volte vi è capitato di raccontarvi una scusa? Il lavoro, il male, la stanchezza… La legge dell’alibi ci permette di non presentarci alla data dell’interrogazione, ci fa mettere la testa sotto la sabbia.

Invece arrivano gli orari e domenica non lavoro. Massimo correva un trail il sabato sera vicino ad Asti. Ho prenotato un agriturismo sulle colline di Vignale e mi sono iscritta alla 4 colli Monferrato. La gara che in teoria non avrei dovuto fare.

Il Monferrato

Sabato vado a prendere Massimo al trail e decidiamo di godere del clima estivo cenando alla sagra di Calliano. Menù pre-gara perfetto, o quasi: salumi, agnolotti, crostoni al bagnetto e Barbera. Tutto quello che non avrei dovuto fare, ma che, consapevolmente ho fatto.

Voglio vivere la vita, tutta. Oltre ad essere un periodo atleticamente down, è un periodo in cui l’umore non riesce a stare alto. La mia mamma deve essere operata e, anche quando dimentico volontariamente la cosa, un dolore sordo vibra dentro le vene.

Per questo tutto prende un senso: la gara, la sagra, le colline al sole. La vita è un po’ più densa, in questo periodo. Un po’ più incasinata, chiassosa, forzatamente felice. Fosse per quel diavoletto dentro di me che spesso parla e neanche troppo sottovoce, mi confinerei in un letto, al caldo, al buio, illuminata dalla luce del pc.

Al tramonto le colline mi abbracciano.

Amo il Monferrato alessandrino. Lo amo con le radici del mio albero. Lo amo perchè il Monferrato è la casa dei nonni, il Monferrato è il luogo di quando le estati non avevano pensieri se non finire le pagine di esercizi del sussidiario. Queste colline, tra Moncalvo e Casale, sono nel mio cuore da quando sono bambina e andavo a Pontestura dai nonni. Questo odore di terra e di umidità, di campi, di ombra sotto ai pergolati, di case dai muri in mattoni. L’agriturismo Cascina Alberta ha l’odore della casa di Pontestura. Le lenzuola sanno di casa. Fuori dalla finestra, nella luce gialla della seraun calabrone ronza sul tetto. Avrà la sua tana tra i coppi. La nonna lo diceva sempre “attenta ai Martìn, che se ti pungono due di quelli muori!”.

4 Colli Monferrato, la gara

Ci svegliamo presto. La colazione in cascina è perfetta. In qualche chilometro di strade tra i campi siamo a Conzano per la partenza.

La 4 Colli Monferrato coinvolge 4 colli e 4 comuni: Conzano, Lu, Cuccaro e Camagna. Ogni anno parte da un comune diverso e inverte il giro. Se nel 2018 sono partita da Lu, quest’anno partiamo da Conzano.

L’anno scorso avevo fatto una gran gara (4 Colli Monferrato 2018), arrivando 4° assoluta in 1h11′ e qualcosa. Sono consapevole che quest’anno non sarà così. le gambe sono pesanti, dalla sagra e dal sagrìn (tristezza in piemontese).

Non mi importa e parto, in discesa. Mi lascio andare e mi libero di tutti i pesi possibili. Alla prima, lunga salita, sento che non sono al top e aspetto, come mi ha insegnato il trail. Aspetto e vado al risparmio, rimango fresca, passo corto e battiti sotto controllo. Sorrido.

Una ragazza ansante mi supera e mi trovo a pensare “cosa fai, che la gara è ancora lunga!”. Non mi rendo conto che non sono in un ultra trail e dopo 5 km siamo già ad un terzo di gara.

Io sono ancora scanzonata e leggera e mi dico che al decimo sarebbe iniziata la gara.

Ma per una gara di 15km, aspettare il decimo è un errore! Mi supera un’altra ragazza, che è allo stremo, ce la mette tutta.

Io sono ancora leggera. Ho solo molto caldo, ma sono tranquilla.

Al dodicesimo chilometro l’evidenza di essere assolutamente troppo tranquilla mi assale.

Finisco la gara in 1h18′, settima assoluta. Bpm 156, velocità 5’05” al km.

Nel 2018 avevo corso con una frequenza cardiaca media di 170 bpm, a 4’41” al km.

Sono andata al risparmio, non ho gareggiato per davvero.

In compenso sono arrivata serena, leggera, stavo bene.

Il pomeriggio si è concluso sdraiati su una panca con vista colline, in compagnia di una coppia incontrata per caso e arrivata lì a cavallo.

Grilli, mandibole che ruminano fiori di trifoglio e aria leggera.

Cara 4 Colli Monferrato, grazie al cielo ho avuto il coraggio di correre “anche se”.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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