E io corro in Australia: l’avventura di Michele Evangelisti

Alle volte, la mattina presto, lo incontri a zonzo per la collina torinese, perso nei suoi pensieri. O la sera tardi, con la frontale in testa, tra Parco Leopardi e un giretto sul Musinè.

Si chiama Michele evangelisti e all’apparenza è normale. Ha un lavoro, un cane, è toscano con tatno di accento, la barba, gli occhi chiari. Visto così non sembra nemmeno fortissimo perchè se ci corri insieme corre al tuo passo. Beve birrettte, ride e ha tanti amici.

Tutto regolare insomma, un trail runner che si diverte in collina, come tutti noi (io cado in collina, ma sono un’eccezione).

Poi però sei lì che corri e lui si racconta, o gli chiedi. Normalmente gli parli delle tue maratone e gare, sentendoti importante per i tuoi 42 km, o magari perchè ci hai messo 30 secondi meno. Insomma, ti vanti un po’. Oppure, lo incontri il giorno prima di un trail e tu fai la corta-cortissima e ti pare una roba per pochi…

Poi parla Michele e tu caschi nel dimenticatoio.

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Inizia dicendoti che l’ultima cosa bella che ha fatto è stato partire da Alba (Cuneo) e andare a Finale Ligure di corsa (che a me già chi lo fa in bici sembra follia), poi continua parlandoti di come è bella Malta da attraversare correndo, o magari la Slovenia, solo che mica ha fatto solo quella, in tutto erano 735 km e andavano fino in Austria.

Poi continua correre, come se niente fosse.

I trail lunghi e lunghissimi che ha corso non si contano, ne ha anche vinti, ma Michele non è uno da vantarsi per un podio, poi se è di categoria manco lo considera.

Michele non corre per gareggiare, Michele corre per esplorare.

Lu stesso si definisce un Moderno esploratore, anche se è più comodo per tutti riconoscerlo come Ultra-Trailer. Lui vuole andare a vedere il mondo, un mondo che, purtroppo, non ha più nulla di inesplorato, ma ha tante sfaccettature che vanno ancora viste e gustate e lui lo fa di corsa.

Insomma, Michele esplora il mondo dal suo punto di vista, cioè di corsa.

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L’Australia.

C’è un continente che noi europei spesso scordiamo perchè ce lo possiamo permettere quasi solo in viaggio di nozze, tanto è lontano.

L’Australia. Se il Sud America, l’Africa e la Cina sono luoghi che popolano i nostri sogni infantili, l’Australia ci apre strana. La conosciamo per i Canguri, per Ayers Rock, per qualche documentario. Ma nulla più.

E’ quindi quasi scontato che l’Australia diventasse, prima o poi, la meta prediletta del “nostro” cavaliere errante, così inesplorata, così isolata, così tremendamente lontana.

Michele partirà il 13 novembre da  Darwin -Northern Territory-, attraversando l’Outback per raggiungere Adelaide -South Australia- prima che l’aereo parta, il 31 dicembre.

Poco meno di 50 giorni per circa 3.100Km di corsa nel deserto e di imprevisti incalcolabili…

3100 km sono una distanza enorme, certo, ma voi avete mai visto come è fatto l’outback australiano? E’ un luogo desolato, piatto, terroso, brullo. Anche brutto se vogliamo. Serpenti, ragno, insetti, caldo…

Eppure la spinta verso la aprtenza è più forte e Michele sta per andare, sta per prendere il volo che lo porterà a vedere il mondo, una grossa fetta del mondo, così, a piedi.

La spinta vera, però, gliela dà il progetto che questo viaggio va a sostenere. I fondi raccolti, infatti, andranno a AUS Niguarda Onlus, associazione che affianca l’Unità Spinale Unipolare dell’Ospedale Niguarda di Milano, che si occupa di cura e riabilitazione delle persone con lesione al midollo spinale e dei bambini nati con Spina Bifida.

“Correre per chi non può farlo”

Io Michele ti aspetto a gennaio e, magari, la prossima volta vengo a sognare con te.

Per sostenere Michele cliccate qui
Ascolta l’intervista di Michele a Radiorun qui

Se volete venire ad ascoltare Michele, il 3 Novembre sarà da Well Run, a Torino:

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RunningCharlotte
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Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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