Buon Natale 2018! Il regalo? Un pizzico di felicità.

Detesto il buonismo del Natale, la rincorsa al regalo, non amo nemmeno tanto i piatti tradizionali ad essere sincera.

Per me Natale ha sempre significato solo neve: corsa nella neve la vigilia, sci, montagna, strade ghiacciate, scarponi pesanti e freddo, ma soprattutto corsa nella neve la Vigilia.

In mezzo a noi ci sono tanti piccoli Grinch che, il Natale, lo odiano proprio. Io non lo odio affatto, anzi, solo che è una vacanza come un’altra, un’occasione per vedere gli amici e la famiglia, per stare a casa e godere del tempo libero, per riflettere.

E’ sempre stato così. Ho un ricordo triste del mio forzato buonismo fanciullesco.

Quando ero bambina, le suore della scuola elementare ci facevano scrivere un desiderio per il Natale su un pezzetto di carta, che poi andava inserito in un’urna e ogni mattina la maestra ne leggeva uno.

Quando finalmente arrivò il mio biglietto la suora-maestra lesse “Desidero che a Natale siano tutti buoni e gentili con gli altri”.

Mi pareva proprio un bel pensiero, ma evidentemente la suora-maestra non era del mio avviso perchè commentò seccamente: “Non bisogna certo aspettare Natale per essere buoni e gentili! Questa è una cosa non eccezionale!”.

Ci rimasi molto male, inutile dirlo. Insomma, certo che bisognava essere sempre buoni e gentili, ma intorno a me tutti parlavano del Natale come quel periodo in cui bisogna essere migliori e nei giorni normali di persone gentili ne vedevo poche, mentre a Natale bisognava tramutarsi in angeli dagli occhi azzurri.

Da quel giorno il Natale è cambiato, da giorno dell’essere buoni è diventato giorno in cui riflettere su ciò che veramente è importante.

Per questo non mi arrovello sui regali, ma piuttosto cerco di pensare a quello che mi rende veramente felice, a quello che ho fatto in questo anno che mi ha resa una persona diversa, a chi amo, ai momenti sereni. Non addobbo casa di lucine a alberi, non mi interesso a pranzi luculliani, ma piuttosto cerco quei ricordi che mi fanno dire GRAZIE.

E così ho pensato a quello che mi ha resa felice in questo 2018, alle cose per le quali dire grazie.

Boston Marathon

Quel viaggio all’interno di 42km che mi ha portato al traguardo della Boston Marathon è stato incredibile (leggi il racconto qui).

Non soltanto per la gara, corsa in condizioni folli, con la pioggia battente, il vento, il freddo, ma perchè per me era un traguardo sognato da anni, ma che è stato in qualche modo reso differente da come lo sognavo da uno strappo ad un mese dalla gara, oltre che da condizioni meteo decisamente avverse.

Eppure è in queste condizioni che si ottengono i risultati più importanti. L’arrivo tra dolore e gioia, la compagnia insostituibile di Francesca, l’amica che ognuno di noi vorrebbe trovare sulla sua strada, il riuscire malgrado tutto, il saper mettere da parte il proprio spirito competitivo per assaporare l’esperienza, ma anche la consapevolezza che alle volte sono le persone che più amiamo che ci deludono. Al ritorno da quella gara per me fondamentale, la persona sulla quale contavo di più mi ha girato le spalle, deludendomi. La Boston Marathon è stata la gara nella quale ho superato più prove e più difficoltà, ma che mi ha regalato le sensazioni più importanti, in primis la certezza di avere un’amica speciale come Francesca.

Riscoprire la mia montagna

Quest’estate ho scoperto una seconda volta la montagna. Negli ultimi anni, a parte il GR20 in Corsica (puoi leggerne qui), mi ero un po’ allontanata dalla mia montagna. Parlo di “mia” perchè per me le montagne valdostano hanno sempre rappresentato “casa”. Se prima tornavo frequentemente nella mia Valle, in questi ultimi anni l’ho trascurata. Ho provato a vedere se altri luoghi mi facevano sentire a casa come quelli e, in alcuni casi, mi sono illusa che funzionasse.

Intorno a me non trovavo compagni di trekking capaci di trascinarmi ed erano troppi i fattori che mi legavano a Torino.

Invece questa estate 2018 è stata l’estate della riscoperta. Dopo Boston e la delusione di tornare a Torino e vedere la Delusione con la D maiuscola, ho deciso di ritornare dove sono nata e passare l’estate ad Aosta.

Per caso ho trovato amici speciali come Francesco (Francesca a Boston e Francesco in montagna… che coincidenze 😉 ) che mi hanno aiutata a recuperare questo legame e finalmente mi sono sentita nuovamente in pace con me stessa e con le mie radici.

Nei mesi che sono seguiti il legame si è stretto attorno al mio cuore e in questo Natale la parola “felicità” è legata alla parola “montagna”.

Berlin Marathon

Berlino, la maratona più veloce del mondo. Dopo l’esperienza Bostoniana avevo bisogno di riprendere la mia competitività dove l’avevo lasciata ad aprile e di sfogarla su 42km.

Mi sono allenata bene, sono partita per Berlino, questa volta in compagnia di me stessa. Ho corso sola, concentrata e determinata, e ho portato a casa il MIO risultato (leggi della mia Berlin Marathon qui). 3 ore 8 minuti 20 secondi di consapevolezza mi hanno fatta crescere e maturare.

Sono tornata a Torino diversa, sicura di me, felice come poche altre volte e, soprattutto, con il desiderio di vivere la mia vita al cento per cento.

Le 100 Principesse di Torino

Questo progetto (di cui puoi leggere qui) mi ha regalato quanto di più bello potessi chiedere. Vedere come 100 donne possono creare qualcosa di speciale mi ha restituito la fiducia negli altri, che forse avevo perso. Conoscere Monja, la Principessa, mi ha aperto un mondo fatto di speranza e vedere come la Sorellanza tra donne può creare una magia così forte mi ha dato la voglia di andare avanti in questo mio mestiere, che alle volte sembra essere troppo complesso.

Questa Maratona, quella di Torino, per la quale ho organizzato il progetto è stata la mia maratona più emozionante, perchè questa volta io non ho corso, ma ho potuto vedere, come riflessa in uno specchio, la felicità pura nei volti delle 100 Principesse, in quello di Monja. 

Ho visto come la corsa può creare legami, come lo sport può essere motore e veicolo di benessere, ho assistito alla gioia altrui come se fosse la mia.

Ho condiviso la Maratona con le altre 100 donne e la gioia condivisa incredibilmente vale di più.

Questi sono stati i momenti per cui ringrazio questo 2018.

Questi sono i doni sotto l’albero, ai quali si aggiungono alcuni doni personali, che magari un giorno racconterò, ma che per oggi fanno parte di una sfera privata che oggi mantengo ancora nel silenzio, per gustarmela in solitudine come un bambino assapora di nascosto un cioccolatino nel buio della sua stanzetta.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • Attilio
    Rispondi

    Grazie a te Charlotte per aver condiviso questi pensieri! Non sei sola ma hai espresso i sentimenti in modo spontaneo ed impeccabile

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