La cabala dello sport: due numero perfetto, tre numero imperfetto.

2016, anno di Olimpiadi.

Come quando ci sono i grandi eventi – che siano elezioni politiche, mondiali di calcio, Gay Pride o attentati terroristici – diventiamo tutti giudici arguti, anche i giornalisti. Fatto che di per sè è giustissimo, che vuoi fare mai se non parlare di ciò che succede? Dire che finalmente questa è un’estate fresca?

Al secondo giorno di giochi Olimpici, l’Italia è incredibilmente al secondo posto del medagliere, con podi da sport del tutto secondari nell’immaginario collettivo. E ora non ditemi che siete appassionati di Judo perchè non è vero 🙂

A far parlare i social network, però, sono le donne. L’argento nei tuffi sincronizzati di Cagnotto e Dallapè, frutto di un’esecuzione magnifica da vedere, anche in televisione, si spartisce la fama con la mancata vittoria della squadra femminile di Tiro con l’Arco composta da Claudia Mandia, Lucilla BoariGuendalina Sartori.

Detto così stupisce, ma il motivo è facile da interpretare. Il Resto del Carlino, intitola un suo articolo sul “fallimento” delle italiane: “Il trio delle cicciottelle sfiora il miracolo olimpico”.

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Polemiche e indignazione sul titolo, ma anche indignazione sull’indignazione.

Da una parte due donne dall’eleganza e dall’agilità manifesta, saltando come libellule (senza scivolare) su trampolini altissimi conquistano il sogno italiano sui tuffi. Dall’altra il trio delle “sfigate” si lascia sfuggire la vittoria sbagliando un tiro.

Di per sè è esattamente così: Cagnotto e Dallapè hanno due corpi incredibili, mentre Mandia. Boari e Sartori no.

Dall’altra ci sarebbe da commentare che per uno sport di eleganza, agilità, forza e bellezza come i tuffi è imprescindibile avere un corpo perfetto, mentre per essere bravissime nel centrare un bersaglio con una freccia servono occhi, testa, forza e determinazione, ma non certo magrezza.

Nemmeno alle Olimpiadi.

In uno stesso giornale leggere un articolo che osanna l’impresa – perfetta – delle due tuffatrici arrivate seconde e contemporaneamente la “presa in giro” delle tre tiratrici non piace, anzi, ferisce.

Tutti noi ci auguriamo che il giornalista – o presunto tale – abbia voluto scherzare scegliendo questo titolo, ma, anche se così fosse, malgrado il termine “cicciottella” non sia annoverato tra gli insulti, l’idea comune è che sia stato uno scivolone, oltraggioso sia per le atlete, sia per la cultura italiana.

Una nota a coloro che commentano dicendo che queste tre arciere dovrebbero mettersi a dieta per dare un buon esempio di sport: loro vestono un onore immenso, quello di portare i colori della nostra Nazione. Se sono state insignite di tanto onore, evidentemente lo meritano. Se tutti i ragazzi avessero anche solo la metà della dedizione di queste atlete, l’Italia sarebbe un paese migliore. Questo è l’esempio.

Chi invece commenta che cicciottella non è offensivo perchè non è negativo, probabilmente fa parte di coloro che ritiene che si possa offendere la sensibilità delle persone solo usando le parolacce.

In ogni caso provate a cercare “il trio delle cicciottelle” su Google. Vi renderete conto che lo sport non c’entra molto con il risultato.

Tanto come il titolo di questo articolo.

La vostra maratoneta cicciottella.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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