Confessioni di una donna di peso: CarLOTTA e la Maratona

Trattare l’argomento peso/forma fisica non è facile.

Non è facile essere sinceri, non è facile esporsi e non è facile non essere fraintesi, per cui cercherò di parlarne nel modo più semplice possibile, più chiaro e più diretto.

Parto dagli anni novanta, con la classica mancanza di sintesi che mi contraddistingue.

Io ho sempre pesato molto. Non sono mai stata una bambina grassa, ma ho sempre pesato.

Mi ricordo la delusione della pesata in farmacia a dieci anni.

Quella dannata bilancia di Viale Federico Chabod ad Aosta era lapidaria: Peso Carlotta: 36 kg – Peso normale per decenni dalla struttura robusta: 32 kg. SOVRAPPESO.

Tornando ai giorni nostri, è ancora così. Dopo 25 anni.

I miei muscoli sono grossi, la mia struttura robusta, le gambe sono solide, forti, toste. Se in palestra faccio due settimane di weight lift assumo l’apparenza di wonder woman ma meno figa e prendo due chili. Addirittura il collo si ingrossa, per non parlare della schiena.

Questo mio aspetto strong non è del tutto negativo, significa anche che sono resistente e che se alleno la potenza ottengo dei risultati veloci. Sarebbe fantastico se questo blog si chiamasse FightingCharlotte al posto che RunningCharlotte.

Ma io sono una maratoneta e, da poco, anche una futura ultrarunner.

Le maratonete e le runner da lunghe distanze solitamente sono dotate di un corpo leggero, magari meno muscoloso, ma agile e minuto. O almeno così dovrebbero essere per non affaticare le articolazioni e guadagnare in esplosività.

Dopo gli esami da Fulvio Massa, mi sono preoccupata nello scoprire che ad ogni passo scarico 170 kg sul terreno, perché in 50 km di passi ce ne sono circa 50mila e 50mila passi con quell’impatto sembrano mostruosi per caviglie e ginocchia. (leggi qui tutto l’articolo)

Inoltre ultimamente mi concentro di più sulla forza per preparare l’UTMB Ushuaia, lavorando sui muscoli.

Il risultato è che mi sento pesante e lenta e domenica, dopo il cross al quale ho partecipato – io detesto i cross perchè possono osservarmi tutti da vicino e pensare “ma come fa a correre la maratona?”, ho dovuto guardare in faccia la realtà.

Devo perdere peso.

Da questo punto dell’articolo in avanti sono bandite le parole pseudo-consolatorie tipo “sei bella così” o “è costituzione” e anche i finti rimbrotti simil-paterni “sei troppo severa con te stessa” o “bisogna accettarsi come si è”. Non è questo il punto.

Se invece pensate che io al cross di domenica, oltre che la gara abbia perso qualche neurone e abbia in testa un modello da instagrammer californiana con glutei dalla perfezione plastica e quadricipiti lunghi come il piano di lavoro di photoshop, siete sulla strada sbagliata. Io non sarò mai così (e nemmeno voi, statene certi, a meno di non passare tra le abili mani di un grafico). Io sono realista.

Non voglio nemmeno scivolare su poco scientifiche diete affamanti vegan-fruttariane a base di surrogati che scimmiottano spaghetti senza calorie e magiche pozioni lipo-succhianti “perdi anche tu peso, diventa una donna figa e di successo con la tua futura taglia 38 in una settimana”.

Ritengo, invece, che ognuno di noi debba essere realista e fare un esame di se stesso. A me viene il nervoso quando parlo con amiche che mi dicono che a loro non importa di aver preso un paio di taglie, o con uomini che si vantano di mangiare due etti di pasta e di aver guadagnato dieci chili negli ultimi due anni. Prendere peso, non è sano, quasi mai, soprattutto se si ama lo sport.

Domenica sera io ho fatto una cosa incredibile per una blogger: mi sono guardata senza filtri di Instagram.

Ho selezionato sul mio telefono due foto di corsa nella stessa identica posizione, una di due anni e mezzo fa e una di ora e le ho affiancate con una app. Banale, vero?

Oggi sono più felice, si vede, sono anche forse più veloce. Nel 2016 ero più pallida, avevo lo sguardo più stanco, correvo meno in spinta. Quello che osservo, però, non mente: la mia coscia era il 20% più sottile. La pancia non si vede e forse è simile, le braccia anche, ma le gambe si sono ingrossate e anche il viso.

Bene? Male? Muscolo o grasso? Mi dispero oppure me ne frego?

Prima di tutto, mi dispero.

La prima immagine che mi viene alla mente è quella orribile bilancia bianca della farmacia di Viale Chabod. Tiè, marchiata in rosso “SOVRAPPESO”.

Poi mi riprendo e scrivo alle amiche sincere.

Loro sono più tenere della bilancia di Aosta nel 1992, ma non così tanto. Decretano quattro chili da perdere. Sempre quelli, da 36 a 32, da 60 a 56. (penso che se a dieci anni avessi mangiato gallette di farro e non Nastrine del Mulino Bianco a colazione, forse ora sarei ok, ma mi rendo conto che sto delirando)

Guardo il fidanzato, sto per chiedere la sua opinione e mi rendo immediatamente conto che è troppo di parte.

Mentre cerco di autoconvincermi che forse è solo ritenzione idrica da ciclo , mi viene un’idea intelligente: chiamo Felicina.

Felicina Biorci è una biologa nutrizionista che ho conosciuto in diverse occasioni e che mi è piaciuta da subito.

Io temo i nutrizionisti come temo la bilancia, con Felicina invece mi sento a mio agio.

Se guardate Felicina Biorci mentre vi misura la massa grassa, vedrete un lampo di energia, uno sguardo leggero e sorridente. Una che mi guarda le cosce e non le passa in testa come primo pensiero “ma come fa a correre la maratona in 3h08?”.

Insomma, chiamo Felicina e fisso appuntamento.

Parliamo, faccio tutto, pure la pesata, la bio-impendenziometria e la valutazione alimentare. Tutto. con lei sarei disposta ad andare anche in via Chabod ad Aosta a incontrare la bilancia bastarda.

Sono così sincera che ammetto anche che l’aperitivo è ciò che amo di più al mondo e che dopo pranzo mangio sempre un quadretto di cioccolato. Insomma, le dico tutto, le racconto della mia passione per le uova, della mia fame perenne e le faccio vedere le due foto, quella del 2016 e quella di oggi.

Il verdetto è realistico: non ho il fisico della maratoneta.

Ph. Andrea Zille

E nemmeno l’alimentazione. Io mangio tante proteine. Amo il pesce, le uova. Se devo scegliere al ristorante non scelgo mai un primo, non mangio pane e la pasta mi piace solo di ceci o di qualche farina strana.

Sembro più una weight lifter, la mia massa muscolare è sviluppata, il grasso è troppo alto, il mio muscolo forse risponde troppo bene alle proteine che ingerisco e si ingrossa.

Voi direte: che male c’è? Che poi è quello che ho sempre pensato io, peccato che oggi io pesi 61,5 kg.

Io amo anche i miei muscoli grandi, ma se voglio mantenere agilità e migliorare la velocità non posso aumentare di massa.

Vi farei vedere un grafichetto che mi ha fatto Felicina, potessi: nel quadrante in alto a destra c’è un puntino verde.

Dalla parte opposta, in basso a sinistra tanti puntini.

Il puntino verde sono io, attorniata dai puntini degli atleti di lotta greco romana, body building, crossfit, sollevamento pesi e, si sa mai, sumo.

I puntini nell’altro quadrante sono i maratoneti, che mi guardano con aria interdetta “Ehi, ma tu vuoi arrivare a tre ore in maratona? Ah ah ah, ceeerto….”.

Ma lo dice il mio nome, “nome omen”: CarLOTTA. E’ forse destino? Cambio sport?

Ecco, la prossima volta che mia mamma guarda impietosamente le mie cosce misurandone l’ipotetica circonferenza con i suoi occhi millimetrici, le dirò che è colpa sua. Ha scelto il nome sbagliato.

AbbonDANZA o bRUNilde sarebbero stati più indicati per un corpo esile.


Morale della Favola.

Come dopo ogni aneddoto troviamo la morale e in questo caso è molto importante.

Non è importante quale sia il vostro corpo, non fatevi dire da nessuno se è giusto o sbagliato, perché è in ogni caso bellissimo, ma cercate sempre di essere la parte migliore di voi.

Se come me siete fatti “a CarLOTTA”, accettatevi ovviamente, anzi ringraziate, ma non mollate mai la presa, non sedetevi, non trascuratevi, preservate la vostra salute, la vostra forma fisica e DI CONSEGUENZA la vostra bellezza.

Non credete ai miti della forma perfetta perchè non esiste se non su Instagram, ma con questo non giustificate ogni chilo in più nascondendolo sotto i detti popolari, sotto le guance della salute, la pancia del benessere.

Cercate sempre di migliorarvi in modo da poter fare al meglio ciò che amate.

Non permettete a nessuno di giudicarvi, ma siate il miglior giudice per voi stessi.

Per questo osservatevi e guardate in faccia i difetti, perché potete migliorarvi partendo da lì.

 

Obiettivo di CarLOTTA?

-5kg, per correre a ottobre la Maratona di Chicago senza buttare un solo secondo.

(se mi beccate a far l’aperitivo da Mastrovini a Torino, però, fate finta di nulla… uno sgarro ogni tanto è lecito)

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • anna
    Rispondi

    Bellissimo post, onesto. Sei velocissima e di questo devi essere orgogliosa. Bravissima. Vai avanti cosi’. Se pensi che 5kg ti possano aiutare, fallo, senza perdere il controllo. Probabilmente il tuo metabolismo e’ lento perche’ sei super allenata, bruci poco. Anche io prediligo certi cibi, e si vede nel mio corpo – non e’ una dieta bilanciata.
    Tra l’altro… A Chicago ci saro’ anche io 🙂 Sicuramente molto piu’ lenta di te. Ma ci saro’!

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